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Mattino-Il mondo controllato come il pensiero dal motore di ricerca

MANOVICH A SOCIOLOGIA Il mondo controllato come il pensiero dal motore di ricerca Salvo Vitrano C'è chi ingenuamente considera un motore di ricerca solo uno strumento per esplorare ...

18/04/2005
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Il Mattino

MANOVICH A SOCIOLOGIA
Il mondo controllato come il pensiero dal motore di ricerca

Salvo Vitrano C'è chi ingenuamente considera un motore di ricerca solo uno strumento per esplorare Internet. Se nell'apposita riga di Google si inseriscono le parole "pollo fritto", ecco spuntare un elenco di oltre trentamila pagine, con tante ricette per preparare il pollo fritto dorato o al formaggio, alla maniera kasher o a quella del Kentucky, con i cetrioli o con le mandorle. La nostra tavola non sarà più la stessa, ma così sta cambiando soprattutto il nostro cervello. Dalle abitudini "ineari" della comunicazione verbale familiare, integrata per la gastronomia da qualche libro, passiamo in un territorio in cui innumerevoli polli fritti, passati, presenti e futuri, marocchini o cinesi, diventano simultaneamente accessibili, almeno come idea. Ciò trasforma i nostri modi di percepire la realtà, di pensare tempo e spazio, di organizzare una visione del mondo. "Attraverso un motore di ricerca entriamo nella nuova "logica del database"", ha spiegato Lev Manovich - ritenuto oggi uno più importanti teorici dei nuovi media - nella sua lezione-conferenza alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Napoli Federico II. Iniziativa dell'"Advanced Dis-Course on Digital Culture" curato da Derrick de Kerckhove, ancora più celebre teorico dei media, attualmente in forza come "visiting professor" all'ateneo napoletano. "Le categorie del mondo digitalizzato sono differenti - sostiene Manovich - da quelle del mondo normale. In passato era possibile accedere a basi di dati ampie, come le biblioteche, ma l'interfaccia principale restava il libro, con il suo sistema lineare di discorso e di pensiero, in un tempo e in un luogo. Oggi l'interfaccia del motore di ricerca non solo fornisce contemporaneamente dati delocalizzati, ma li fornisce in quantità tali da mutare la qualità dell'informazione. La tradizionale coscienza umana non può controllare questo flusso. È il motore di ricerca che prende il controllo". Su un megaschermo sopra la testa di Manovich giganteggia la pagina d'avvio di Google. Ad ascoltare il professore - Manovich insegna all'Università di California - si può provare un brivido d'inquietudine. Google prende il controllo del pensiero universale e ricrea il mondo. Non sarà un nuovo Dio? Manovich non si lascia turbare da dubbi teologici. Ritiene che per il cinema un effetto del nuovo mondo digitale sarà l'incremento di una creatività diffusa, individualizzata e a-narrativa. "Con le immagini e i video che tutti oggi possono realizzare e scambiare, ognuno potrà fabbricarsi film su misura, senza la necessità di seguire il filo di un racconto. Il racconto è solo una delle possibilità del cinema, la più sfruttata, finora, per scelte industriali". Come esempio il professore mostra un suo esangue esperimento filmico, fruibile con scelte interattive, che dovrebbe rappresentare il Texas. Ma si ha l'impressione che per il momento, persino per i devoti di Google, resti più avvincente "Casablanca".


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