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Mattino: Fuga dalle scienze, in campo il governo

Una task force per diffondere la cultura scientifica in Italia, partendo dalla scuola e rafforzando la curiosità degli studenti per le materie tecniche

06/11/2006
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Il Mattino

SALVO SAPIO

Una task force per diffondere la cultura scientifica in Italia, partendo dalla scuola e rafforzando la curiosità degli studenti per le materie tecniche. È nato per iniziativa dei ministeri dell’Istruzione e dell’Università, il Gruppo di Lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica presieduto dall’ex ministro Luigi Berlinguer. L’obiettivo è quello di abbattere il gap di vocazioni scientifiche nelle università del nostro Paese, e produrre un documento-guida che possa servire al Governo come giusta traccia per migliorare le politiche relative alla formazione scientifica e alla ricerca scientifica e tecnologica. Il primo impegno è quello di produrre, entro Natale, un documento per il governo in cui saranno definite le azioni e le strutture per la diffusione della cultura scientifica. Il Gruppo, costituito congiuntamente al ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, e al ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais, annovera una ventina tra i massimi esponenti nei diversi settori della scienza e della sua divulgazione, tra i quali il genetista Edoardo Boncinelli, l’astronomo Franco Pacini, ed il matematico Carlo Sbordone. Il dato di partenza è il crescente divario nel numero di laureati in materie scientifiche fra l’Italia e gli altri stati dell’Unione Europea. Nel nostro Paese, infatti, sono 1.227 ogni 100mila giovani fra i 25 ed i 24 anni, i laureati in materie scientifiche, contro i 2.128 della media Ocse. Che gli alunni italiani non abbiano un buon rapporto con la matematica, posizionandosi nei posti intermedi delle classifiche internazionali per apprendimento delle materie scientifiche lo conferma anche il Timss (Third international mathematics and science study) che nel ’99 vedeva l’Italia al 21° posto su 38 nazioni. Le cose non migliorano quando si arriva all’università dove nel quadro di una crisi generale (matricole in calo del 4,5%, numero di iscritti diminuito lo scorso anno di 16 mila unita, oltre il 90% di studenti sceglie i corsi triennali) spiccano il decremento del 50% delle iscrizioni a matematica e quest’anno, per la prima volta, anche un calo delle immatricolazioni a ingegneria. Allarmanti, infatti, anche gli ultimi dati sulle immatricolazioni universitarie: al decremento del 50% delle iscrizioni a matematica, quest’anno si accompagna, per la prima volta, anche un calo delle immatricolazioni a ingegneria, facoltà finora ritenuta apri-porta per il mercato del lavoro. L’obiettivo del Gruppo di Lavoro voluto dai «ministri dell’educazione» è quello di ridare appeal a materie neglette. Ridare slancio alle materie scientifiche dunque. Un intento che solo apparentemente stride con l’appello lanciato dal Vaticano contro il declino della conoscenza delle lingue classiche. «Le competenze linguistiche pregiudicano per oltre il 40% le competenze scientifiche» ha sottolineato più volte il ministro Fioroni a conferma della constatazione che spesso i migliori studenti delle facoltà scientifiche provengono dal liceo classico. E se oggi l’Italia registra un crollo di vocazioni scientifiche e, quindi, di laureati in materie scientifiche, domani la prima onda d’urto si farà sentire tra i banchi di scuola dove mancheranno i maestri che potranno insegnare matematica, fisica o chimica. Un dato sottolineato dal ministro Fioroni: «I dati sulla fuga delle facoltà scientifiche pongono alla scuola, fra i tanti, un problema serio: rischiamo a breve di trovarci senza insegnanti nelle materie scientifiche di base. La priorità è quella di migliorare la qualità della formazione scientifica nella scuola».


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