Mattino-"Così dichiarano guerra all'istruzione pubblica"
"Così dichiarano guerra all'istruzione pubblica" Il commento più duro sui tagli al capitolo istruzione arriva dalla Cgil: "Un'autentica dichiarazione di guerra alla scuola pubblica", ...
"Così dichiarano guerra all'istruzione pubblica"
Il commento più duro sui tagli al capitolo istruzione arriva dalla Cgil: "Un'autentica dichiarazione di guerra alla scuola pubblica", afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini, in sintonia con il centrosinistra che tenta di fare saltare i nervi al ministro, Letizia Moratti, sperando forse in un gesto clamoroso. "Stupisce che nel giorno in cui si tolgono soldi alla scuola il responsabile del dicastero faccia finta di niente", rincara la dose la ds Maria Chiara Acciarini. Il sindacato autonomo Gilda conferma lo sciopero del 15 dicembre e il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, sottolinea che il governo fa "esattamente il contrario di ciò che andrebbe fatto, investire nella scuola e nell'università". Anche nella maggioranza Giuseppe Valditara di An e Mario Mauro di Forza Italia chiedono di non tagliare i fondi destinati all'istruzione. Berlusconi porta intanto l'emendamento alla Finanziaria nel Consiglio dei ministri, mentre per conoscere la controproposta del centrosinistra bisognerà attendere il vertice di lunedì con Romano Prodi. Spetterà poi ai gruppi parlamentari tradurre le idee dei tecnici in emendamenti alla Finanziaria, visto che la Gad annuncia battaglia in aula e chiama tutti alla mobilitazione l'11 dicembre a Milano sempre con Prodi. Una tabella di marcia che finora non è apparsa incalzante, ma il ds Vannino Chiti dà la colpa anche in questo caso al centrodestra "se grazie ai suoi pasticci in Europa - dice - Prodi è rimasto alla guida della Commissione Ue più del previsto". Mastella, però, invita il Professore a "battere un colpo", ricordando che non ha proferito parola sulla manovra del governo e Fausto Bertinotti non risparmia critiche al centrosinistra che finora ha dimostrato una "totale inadeguatezza", tanto da candidare Rifondazione a essere "la spina nel fianco della Gad affinché si alzi il livello di mobilitazione e di lotta - dice - per arrivare rapidamente alle elezioni anticipate". In soccorso dell'opposizione arriva il sindacato che tempestivamente ha proclamato lo sciopero generale per martedì, prima che la maggioranza raggiungesse l'accordo sul taglio delle tasse. Una protesta contro la Finanziaria nel suo complesso, al di là della riduzione dell'Irpef che "sarà minima, ininfluente, una mancia per i lavoratori", dice il segretario della Cisl, Savino Pezzotta che denuncia la fine, per colpa del governo, della concertazione sociale. Si sofferma sulla ripartizione delle risorse il leader della Uil, Luigi Angeletti: "I risparmi ottenuti con il blocco del turnover del pubblico impiego invece di essere utilizzati per aumentare i salari vengono utilizzati per diminuire le tasse anche a imprese, professionisti e commercianti". Sul fronte opposto, quello di Confindustria, si sottolinea invece la delusione per avere "privilegiato l'alleggerimento fiscale sulle persone", mentre le piccole e medie imprese dicono chiaro e tondo no alla manovra perché "è stato rinviato - spiega il presidente di Confapi, Danilo Broggi - un intervento deciso sull'Irap che tutti a parole definiscono necessario". Berlusconi dipinto dunque come un Robin Hood all'incontrario sia dai sindacati, che dagli imprenditori, ma per cominciare a capire cosa ne pensano i cittadini bisognerà forse attendere le percentuali di adesione allo sciopero proclamato per martedì. p. per.