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Mattino-Cgil: "Si spingono i poveri a lasciare i banchi" Cobas: "È una colossale truffa massmediatica"

Cgil: "Si spingono i poveri a lasciare i banchi" Cobas: "È una colossale truffa massmediatica" Altro che obbligo scolastico fino a 18 anni, altro che costruirsi un futuro per entrare ne...

26/03/2005
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Il Mattino

Cgil: "Si spingono i poveri a lasciare i banchi" Cobas: "È una colossale truffa massmediatica"

Altro che obbligo scolastico fino a 18 anni, altro che costruirsi un futuro per entrare nel mondo del lavoro: sparano a zero i sindacati della scuola contro i due decreti della Moratti. E con loro smantellano punto per punto i nuovi provvedimenti esponenti di ogni partito dell'opposizione. "La Moratti ha sparato una bugia colossale: non è stato innalzato l'obbligo scolastico, piuttosto è stato abbassato" afferma senza mezzi termini il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini e spiega il perché. "Nel 2003 è stata abrogata una legge, approvata nella precedente legislatura, che innalzava l'obbligo scolastico al primo anno della scuola superiore; è stata cambiata la Costituzione immiserendo il valore stesso di obbligo scolastico, trasformato nei fatti da obbligo per la Repubblica nei confronti di un diritto a studiare dei ragazzi a un diritto-dovere deciso dalle singole famiglie in base alle proprie condizioni economiche". Il decreto, a giudizio di Panini, un invito alle famiglie socialmente più deboli "a far studiare meno i propri figli" mentre, poi, attraverso il decreto sull'alternanza scuola-lavoro si spingono larghe fasce di giovani verso un'occupazione anticipata. D'accordo con Panini gli studenti di sinistra, ma non solo. I due decreti? "Che truffa massmediatica" sbotta Piero Bernocchi, leader dei Cobas della scuola. "La Moratti - spiega - non ha innalzato l'obbligo scolastico, lo ha anzi eliminato, introducendo il diritto-dovere all'istruzione. E l'obbligo alla formazione. In concreto? Significa che dopo i 14 anni ogni studente è autorizzato ad uscire dalla scuola e precipitare nel buco nero dell'apprendistato in azienda: e questo varrà come espletamento dell'obbligo". Nella separazione tra licei e formazione professionale privatizzata e subordinata all'azienda, il leader dei Cobas vede chiaro l'incoraggiamento "alla fuoriuscita dalla scuola di un numero notevole di studenti, abbandonati alla sorte di precari senza basi culturali, subordinati a qualsiasi richiesta di aziende che li utilizzeranno a loro piacimento". Per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, il decreto sul diritto-dovere all'istruzione "non è altro che un auspicio". "La novità che introduce - afferma - è che si può assolvere il diritto-dovere all'istruzione anche nella formazione professionale regionale e nell'apprendistato: questo è preoccupante perchè non sono ancora definiti i requisiti minimi cui le Regioni devono attenersi. Inoltre, non c'è garanzia di una solida cultura di base almeno fino a 16 anni, compito che dovrebbe essere svolto dal sistema scolastico". Accuse pesanti anche quelle lanciate dall'opposizione. "Il ministro - commenta Andrea Ranieri, segreteria nazionale Ds - periodicamente, si rivende l'obbligo formativo varato dal centrosinistra, come se fosse farina del suo sacco. Ma diessino - mentre il centrosinistra finanziò l'obbligo formativo con 350 milioni di euro, la Moratti pensa ne possano bastare soltanto 16... ". Quei decreti "un ulteriore colpo al diritto allo studio e alla Costituzione italiana" per Loredana Fraleone della segreteria nazionale Prc ma anche per Albertina Soliani della Margherita, commissione istruzione . "I decreti indeboliscono fortemente l'asse dell'istruzione, anticipando per gli adolescenti italiani lo scivolamento verso il lavoro e consolidando le differenze sociale". da. li.


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