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Mattino: Cgil-Cisl-Uil rivendicano il rispetto dell’accordo di aprile

Lo sciopero degli statali proclamato per il primo giugno; quello della scuola tre giorni dopo, il 4; e poi, come una spada di Damocle, la minaccia di uno sciopero generale sulle pensioni

15/05/2007
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Il Mattino

GIUSY FRANZESE Roma. Lo sciopero degli statali proclamato per il primo giugno; quello della scuola tre giorni dopo, il 4; e poi, come una spada di Damocle, la minaccia di uno sciopero generale sulle pensioni. È altissima la tensione tra governo e sindacati. E la settimana che si apre oggi sarà decisiva per capire quali e quante sono le possibilità che i nodi inizino a sciogliersi. Il primo banco di prova ci sarà mercoledì pomeriggio all’Aran, l’agenzia che si occupa del rinnovo dei contratti per le pubbliche amministrazioni: venerdì scorso, dopo la proclamazione dello sciopero, l’Aran ha infatti convocato i sindacati per avviare le trattative per la definizione del contratto dei ministeriali per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007. I sindacati, però, hanno intenzione di porre come pregiudiziale il negoziato economico. Quindi chiederanno di conoscere subito la cifra offerta. Cgil, Cisl e Uil minacciano addirittura di non sedersi - o di rompere immediatamente - se dovesse essere minore rispetto al pre-accordo firmato con il governo il 5 aprile scorso, che parlava di 101 euro di aumento. Spazi di trattativa - insistono - non ci sono. «I 101 euro rimangono vincolanti» dice Gianni Baratta, segretario confederale Cisl. «Non possiamo rivedere al ribasso un’intesa già firmata. Quella cifra è intrattabile» dichiara Carlo Podda, segretario generale della Fp Cgil. E Paolo Pirani, segretario confederale Uil, ammonisce: «Se il governo continua a rimangiarsi gli impegni lo sciopero non sarà revocato». Stessa linea per l’Ugl. La situazione è abbastanza ingarbugliata. L’Aran deve attenersi alle direttive del governo, nelle quali non si fa cenno alla cifra di 101 euro concordata ad aprile, ma ad una percentuale di aumento pari al 4,46%. Il che porterebbe a un numero molto diverso: 93 euro. «Un’offerta assolutamente insufficiente» ribadisce Podda. Riparametrata comparto per comparto, in alcuni casi, come per le autonomie locali, si tradurrebbe in un aumento di appena 40 euro. Il governo, comunque, si mostra ottimista. A partire dal premier Prodi che, l’altro giorno, parlava di «ultimo giro di cacciavite» per arrivare all’accordo. Secondo il ministro Nicolais «i fondi a disposizione possono essere sufficienti. Stiamo lavorando alacremente insieme agli uffici di Padoa-Schioppa». L’esito del negoziato per i ministeriali, condizionerà anche gli altri settori pubblici. Come la scuola, ad esempio, che ha un contratto scaduto da 17 mesi. Anche in questo caso c’è già uno sciopero proclamato, per il 4 giugno. Ma nell’aria c’è anche la minaccia del blocco delle commissioni d’esami per la maturità. Per cercare di districare anche questa vicenda a giorni i sindacati di categoria dovrebbero rivedersi con il ministro Fioroni. Nel frattempo c’è anche una buona notizia: i tabaccai sospendono lo sciopero delle ricariche telefoniche in seguito alla convocazione al ministero dello Sviluppo Economico, per giovedì prossimo, di un tavolo di trattative al quale prenderanno parte anche rappresentanti di Tim, Tre, Vodafone e Wind.


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