Mattino-Berlusconi: scuola, governo unito sulla riforma
Berlusconi: scuola, governo unito sulla riforma ELENA ROMANAZZI "La riforma della scuola è condivisa e sostenuta da tutta la coalizione". Silvio Berlusconi, con queste parole, ha voluto sgomberar...
Berlusconi: scuola, governo unito sulla riforma
ELENA ROMANAZZI
"La riforma della scuola è condivisa e sostenuta da tutta la coalizione". Silvio Berlusconi, con queste parole, ha voluto sgomberare il campo dalle polemiche nate dopo lo stop alla Moratti della scorsa settimana. Non era ancora finito l'incontro tra il sottosegretario Gianni Letta e il ministro della Pubblica Istruzione (durato più di due ore), quando la nota del premier è stata diffusa. Un atto di fiducia sollecitato con forza dalla Moratti dopo le critiche in Consiglio. Il via alla mini-sperimentazione è stato dato ieri in forma ufficiale. E questa volta i fondi non mancheranno di certo visto che i costi sono di gran lunga ridimensionati. Berlusconi è ottimista: "Sono convinto che, subito dopo la pausa estiva, il Senato, senza limitare la discussione che auspico ampia e approfondita, provvederà rapidamente all'approvazione della legge di riforma". E le risorse, ha aggiunto il premier, "non mancheranno". Parole queste che per il leader dell'Ulivo e della Margherita, Francesco Rutelli, suonano solo come le "solite chiacchiere" visto che la scuola "è nel caos".
Dove si parte. La sperimentazione partirà in uno o due circoli didattici per provincia. In termini numerici non si supereranno le 206 scuole su tutto il territorio nazionale. In alcune di queste, se sarà possibile visti i tempi ristretti, i bambini potranno essere accolti alla materna a due anni e mezzo e alle elementari a cinque anni e mezzo. Il ministro durante l'incontro con Letta aveva suggerito di dividere in due la sperimentazione, ovvero in cento scuole si poteva anticipare l'ingresso degli alunni e nelle altre provare i programmi. Un elenco preciso con l'indicazione delle scuole ancora non è stato stilato.
Il test. Il ministro Moratti, accogliendo anche in parte i timori espressi a Palazzo Chigi dai ministri per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, e dal ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, ha deciso di limitare le scuole dove anticipare l'ingresso, ma ha contestualmente proposto di verificare sul campo alcune novità dei programmi. Le nuove linee nazionali di programmazione verranno sperimentate sia nella scuola dell'infanzia sia in prima elementare. Diversi gli aspetti gli aspetti sui quali si effettuerà il test: l'attivazione di piani di studio personalizzati, la predisposizione di una cartella (portfolio) di competenze di ciascun bambino, l'insegnamento dell'inglese e l'informatica. Tra le novità per la prima elementare anche il maestro prevalente che su un monte ore complessivo di 27 ore ne occuperà 21, ma solo nella prima elementare. Dalla seconda in poi, secondo il progetto, delle 30 ore previste, 18 verranno gestite da un unico insegnante. L'informatica è una vera novità in prima elementare. Su questo primo approccio tecnologico il ministro ha insistito molto, tanto che uno dei primi progetti approvati ha riguardato proprio la tecnologia nella scuola. Per quanto riguarda l'inglese è già presente in alcune realtà scolastiche, ma sarà insegnato in 200 scuole fin dalla prima (generalmente parte dalla terza elementare).
I tempi. La sperimentazione verrà avviata con un decreto ministeriale entro la fine di agosto. Le ragioni di questo ritardo sono legate al parere preventivo (ma non vincolante) che deve essere dato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, la cui riunione è fissata per il 25 agosto. La sperimentazione sarà seguita da Osservatorii - spiega il Ministero - creati a livello di ogni singola regione e a livello nazionale, con il compito di acquisire analitiche informazioni sullo svolgimento e sugli esiti dell'iniziativa, in modo da costituire utili riferimenti per la consulenza, il sostegno, il monitoraggio e la valutazione della sperimentazione stessa.