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Sulle barricate della Sapienza L'ateneo romano tra occupazioni e blocco della didattica. Oggi i rettori alla Camera GIOVANNA FERRARA Roma, facoltà di scienze politiche. Gli studenti e i ricercato...

13/10/2005
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il manifesto

Sulle barricate della Sapienza
L'ateneo romano tra occupazioni e blocco della didattica. Oggi i rettori alla Camera
GIOVANNA FERRARA
Roma, facoltà di scienze politiche. Gli studenti e i ricercatori precari sono riuniti in assemblea nell'aula che oggi avrebbe dovuto ospitare la lezione di storia contemporanea ma nella quale, invece, si parla del disegno di legge Moratti, "ultimo capitolo della contemporanea storia di distruzione dell'università". A precisarlo è uno degli "assistenti, quasi professore" preoccupato che il "quasi" si trasformi in un "mai" con il passaggio del provvedimento. I ragazzi parlano dello "sciagurato" sistema delle lauree 3 più 2, che a loro ha consegnato solo un'università più disorganizzata e meno qualificante. C'è nell'aria l'esigenza di sentirsi parte di un processo di solidarietà tra docenza (precaria) e studenti. Intanto arriva il preside di facoltà Fulco Lanchester. E' trafelato, cerca un'aula libera dove il professore (ordinario) possa tenere la lezione. Ma il meccanismo di spartizione tra lauree specialistiche e "normali" non è chiaro, sotto il profilo pratico, nemmeno a lui. Cerca di decifrare l'alfabeto degli orari affissi, ma si perde. Alla fine si sceglie l'aula 15: "Mi sembra sia libera", sottolinea il docente contrattualizzato "tanti anni fa" e che ora sceglie di non aderire alla protesta.

Al preside di facoltà chiediamo se è contrario al disegno di legge e, se lo è, perché non ha dichiarato il blocco della didattica, come i suoi colleghi di scienze politiche e scienze umanistiche. Ci risponde con franchezza: "Si tratta di un testo che ricatta i ricercatori precari che si vedranno attribuita una cattedra solo in caso di supplenza e solo con la qualifica di `professore aggregato'. Stronca la possibilità a quelli in attesa di entrare. Ma la cosa più grave è che c'è un attacco al sistema statale di istruzione. Ecco io, assicurando la prosecuzione delle lezioni agli studenti e ai docenti che non aderiscono alla protesta, difendo il sistema statale". Aggiunge che la sua non è una posizione facile, che è intervenuto più volte al senato accademico affinché prendesse una posizione formale. E alla domanda "che ne è stato delle sue richieste?" risponde: "Hanno preferito adottare delle posizioni morbide. La finanziaria taglia i fondi in maniera incisiva. Se all'orizzonte non ci fosse questa manovra, probabilmente le posizioni sarebbero state più dure". Nel verbale del senato accademico dell'11 ottobre si legge solo che il rettore si diceva disponibile a convocare una conferenza d'ateneo. Ma poi "constatata la mancanza del numero legale, ha dichiarato chiusa la seduta".

Un attimo dopo Lanchester è di nuovo in giro tra i corridoi nel tentativo di assicurare "un po' di ordine". Deluso, si trova però nel bel mezzo di una interruzione della lezione di dottrine politiche. L'ordinario di turno sta spiegando che capisce "benissimo l'esuberanza di questi giovani, perché gli ricordano il movimento antifascista che andava per le strade a scrivere `abbasso il duce'. Ma che poi, con l'età, ha imparato ad apprezzare altre forme di dissenso, come la satira degli antichi latini". Il preside allora sente che è il momento di intervenire, sottolineando alla platea che il paragone forse è "improprio". E la platea gli risponde: "L'ha detto il professore, non noi". Ne nasce un dibattito tra preside microfonato e studenti megafonati. Il primo tenta la carta della solidarietà, dell' "anche io sono contrario". Ma il gioco non gli riesce: "Non fa niente. Minacci le dimissioni", gli gridano. Michele, uno dei manifestanti, fa notare il "controsenso ineliminabile" che si respira a scienze politiche, dove si insegnano le istituzioni e "non si può andare contro le istituzioni". Nelle facoltà di scienze umanistiche e scienze delle comunicazioni sono stati i professori a dichiarare il "blocco della docenza dal 10 al 24". Stesso risultato (ma determinato dagli studenti) anche a fisica, a matematica, a filosofia. E a psicologia, dove i laureati con la triennale rischiano di non poter accedere alla specialistica per via del numero chiuso ("le 3 più 2 sono allora delle truffe"). I laureandi in geologia, giurisprudenza, economia per il momento sono in assemblea. Oggi i rettori sono attesi alla camera, dove il 24 ottobre verrà esaminato il disegno di legge Moratti dopo il via libera del senato.


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