Manifesto: Vicenza. Assemblee no base a scuola serrata
In 800 tra studenti e insegnanti alle iniziative organizzate dalla Cgil scuola
Vicenza
Appuntamento delle grandi occasioni ieri mattina a Vicenza, come non se ne vedevano da anni nel mondo della scuola. In 800 hanno partecipato a due assemblee organizzate dalla Flc-Cgil nel cinema Odeon. Incontri che la Flc è stata costretta a tenere in un cinema privato, dopo essersi vista negare l'aula magna di un istituto cittadino dalla presidente della provincia. Parte proprio da questa vicenda il segretario della Flc, Sebastiano Campisi. «Il primo febbraio ho fatto richiesta - dice - dell'aula magna per un'assemblea sindacale da tenere il 16 febbraio. Il dirigente scolastico, il giorno dopo, mi ha concesso l'aula con un fax. Quindi ho inviato l'ordine del giorno dell'assemblea, intitolata "Il futuro di Vicenza e della scuola in una città blindata"». E' stato questo titolo a far sobbalzare il dirigente scolastico, che ha immediatamente scritto a Campisi dicendogli che in realtà, grazie a un'intesa con la provincia sull'utilizzo dell'aula magna anche per iniziative politiche, spettava proprio al presidente della provincia autorizzare una simile assemblea.
«A cui - dice Campisi - partecipavano due noti eversori, don Albino Bizzotto e l'ingegner Vivian». Ma la cosa che il segretario della Flc definisce «inaudita» è la risposta della presidente, la leghista Daniela Dal Lago, che scrive che «alla luce del volantino distribuito dalla Flc sull'assemblea ci risulta difficile vedere su tale argomento un interesse del personale della scuola» e quindi l'aula viene negata. Ieri in assemblea l'hanno detto in molti: si tratta di un vero è proprio atto di violenza, viene negato il diritto a dibattere. Campisi si augura che ora «la magistratura ci dia ragione perché siamo di fronte a un grave comportamento antisindacale».
Gli interventi degli insegnanti sono stati molti e anche molto diversi. C'erano quelli che volevano saperne di più sull'impatto che la nuova base avrebbe sulla città, dal punto di vista dei costi. Sull'impatto che la nuova base avrebbe su Vicenza sa tutto, e ieri l'ha spiegato ancora una volta, l'ingegner Eugenio Vivian. Che ha calcolato che la nuova base consumerebbe acqua come 30 mila cittadini in più, per dire solo un dato. E poi ci sono stati gli interventi sul futuro di Vicenza. Davvero, hanno chiesto gli insegnanti, l'unico modello di sviluppo possibile per questa città è quello legato alla guerra? Perché Vicenza deve diventare il trampolino di lancio per le nuove missioni armate in medioriente? Molte le proposte, anche di utilizzo alternativo per il Dal Molin. Per esempio, molti hanno detto che quell'area potrebbe diventare sito per scuole di ricerca, un polo che si unisca a quelli di Padova. Quello che emerge è anche che a Vicenza qualcosa di nuovo sta accadendo. «Le forze politiche stanno sottovalutando - dice Campisi - ciò che sta accadendo in questa città da nove mesi. La città sta scoprendo o riscoprendo la voglia di partecipare. Per questo c'è rabbia, delusione. Questa gente ha votato il governo Prodi con delle aspettative precise. Che del resto erano le promesse della campagna elettorale e oggi si sente tradita, perché la pratica di questo governo non coincide con i proclami pre-elettorali». Questa sarà la discussione del dopo manifestazione.