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Manifesto-Via ogni vincolo alle private

Via ogni vincolo alle private Blitz a tradimento di viale Trastevere: una circolare stravolge la legge sulla parità scolastica I. VA. Zitti zitti, quatti quatti, gli strateghi del ministero dell'...

11/04/2003
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il manifesto

Via ogni vincolo alle private
Blitz a tradimento di viale Trastevere: una circolare stravolge la legge sulla parità scolastica
I. VA.
Zitti zitti, quatti quatti, gli strateghi del ministero dell'istruzione ne hanno fatto un'altra delle loro. Il metodo è noto: agire nell'ombra per non insospettire il nemico. Lo stile è quello tipico di Donna Letizia: non sollevare scandali. Il contenuto è - a dir poco - aberrante: liberare da qualsiasi vincolo residuo la scuola paritaria e farla tornare ad essere il caro, vecchio diplomificio di sempre. Ma a preoccupare, soprattutto, è lo strumento scelto: una semplice circolare - emanata il 18 marzo scorso e passata completamente sotto silenzio - con cui vengono dettate "disposizioni e indicazioni per l'attuazione della legge sulla parità". Circolare cui è affidato il compito di riscrivere (leggi aggirare) la Costituzione e di ridisegnare una legge dello stato. Anzi di stravolgerla, sostituendosi - di fatto - ad essa.

La legge in questione è la 62 ma di essa rimane ben poco. Per l'esattezza, solo le disposizioni più favorevoli agli enti gestori e alle associazioni padronali (gli unici, del resto, ad essere stati convocati, interpellati e ascoltati nella stesura del "documento").

Solo per dirne una: la circolare glissa magistralmente nel precisare la natura dei rapporti di lavoro. Più che sulla qualità si punta, insomma, sull'abbattimento dei costi di gestione. Per entrare nel merito: spariscono i richiami all'applicazione dei contratti nazionali di lavoro anche per il personale Ata e spariscono le regole che impedivano di utilizzare il lavoro docente - sotto forma di volontariato o di prestazione d'opera - oltre un certo limite. Chi ha lavorato nelle scuole paritarie anche solo per un anno sa cosa significa: cinque ore secondo contratto e punteggio garantito; il resto pagato a ore o a nero (che poi è lo stesso).

"Un esempio luminoso di scrittura a quattro mani con gli enti gestori delle scuole private - commenta Enrico Panini della Cgil - che con il pretesto di mettere in ordine la normativa in raltà riapre i diplomifici, modifica tutte le norme invise ivi comprese le regole di tutela sul rapporto di lavoro e cambia, sempre a favore degli enti, tutte le regole sulla formazione delle classi".

La cui composizione, detto per inciso, viene alleggerita da qualsiasi vincolo. Accorpamenti, scorpori, numero degli alunni e quant'altro: tutto è permesso, persino quegli sdoppiamenti di classe che la legge 62 aveva tassativamente proibito. Il nuovo testo - oltre a contemplare questa possibilità - magnanimamente decide di accogliere anche i "candidati esterni". Gli stessi che - in passato - ne avevano rappresentato la fortuna, nutrendo il fruttuoso mercato degli esami di idoneità.

La circolare - che la Cgil ha dato mandato ai suoi legali di impugnare - getta insomma le basi per la creazione di due sistemi scolastici: uno privato, finanziato, flessibile e sostenuto dalle scelte quotidiane del ministero; l'altro pubblico, umiliato dai tagli di risorse e personale e svuotato nel suo funzionamento quotidiano.

E non è tutto. Dalla circolare scompaiono anche i richiami all'articolo 33 della costituzione e alla libertà di insegnamento e vengono prefigurati organi collegiali diversi da quelli previsti nella scuola statale. Nei quali, si teme, a farne le spese sarà la partecipazione democratica di studenti, docenti, genitori e insegnanti.

Un vero colpo di mano che - dai contratti di lavoro al reclutamento agli organi collegiali - tende a ridisegnare il mondo delle scuole non statali paritarie al di fuori del sistema nazionale dell'istruzione. Ciò che si prefigura è un sistema flessibile e, dunque, assai più concorrenziale di quello statale già massacrato da una riforma senza portafoglio né contenuti. Come arrivarci? Per esempio, eliminando le verifiche necessarie a confermare il permanere dei criteri di parità.

Colpo di mano anche sul fronte dei finanziamenti. Il teorema - nella circolare - è buttato giù con nonchalance: poiché nel sistema nazionale dell'istruzione - si dice ipocritamente - le istituzioni statali scolastiche sia statali che paritarie concorrono a realizzare l'offerta formativa, va da sé che le amministrazioni pubbliche debbano intervenire "a sosterne l'efficacia e l'efficienza". Di entrambe, naturalmente. Una bella trovata che apre il rubinetto dei finanziamenti pubblici non esclusi quelli diretti dello Stato. Così la destra non dovrà più passare per le forche caudine degli osteggiati "buoni scuola".

Tra gli annessi e i connessi di una così illuminata circolare, anche l'attribuzione di responsabilità (e pieni poteri) al "gestore", "garante dell'identità culturale e del progetto educativo della scuola" nei confronti di amministrazione e utenti. A sparire, questa volta, è la valutazione del sistema scolastico paritario da parte di un sistema nazionale e attraverso standard pure essi nazionali. Nient'altro che una devolution in odor di feudalizzazione.

Quanto alla sicurezza, nessun richiamo a norme certe. C'era da aspettarselo.


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