Manifesto: Va in piazza la scuola del «10 politico»
Insomma genitori ed insegnanti, nella città che a fine settembre ha fatto da apripista alle proteste NoGelmini portando in piazza migliaia di persone, continuano a cercare strategie per affermare il loro dissenso alla riforma e per ribadire che questa è solo la strada della distruzione della scuola pubblica.
Giusi Marcante
BOLOGNA
C'è un bel sole in piazza a Bologna ma non è primavera per la scuola pubblica, tanto che ieri ancora una volta genitori e insegnanti hanno portato in piazza i diversi motivi del loro no alla riforma del ministro Maria Stella Gelmini. La manifestazione, cui hanno partecipato circa 400 persone (c'erano anche molti bambini) è stata aperta da un camper tappezzato di adesivi in cui si dichiarava l'amore per la scuola pubblica; un san Valentino diverso per un atto d'amore necessario. Il movimento bolognese è tornato a manifestare proprio al termine della settimana in cui è scoppiato il caso del 10 dato dalle maestre di una scuola elementare a tutti i bambini in tutte le materie. Un voto ribattezzato con troppa fretta "10 politico" ma che Marzia Mascagni, una delle insegnanti delle scuole Longhena, ci tiene a definire «estremamente ragionato». «Noi abbiamo messo accanto al voto un giudizio per ogni bambino, quel giudizio che abbiamo sempre dato nelle valutazioni - aggiunge Mascagni - questa è una lotta che facciamo proprio perché siamo degli insegnanti».
Il caso Longhena è diventata una vera e propria bufera che ha fatto esprimere un po' tutti, dal ministro Gelmini al leader Udc Pier Ferdinando Casini al sindaco Sergio Cofferati che hanno, con toni diversi, tutti bocciato l'iniziativa. Nella scuola da un paio di giorni è arrivato l'ispettore delegato dall'Ufficio Scolastico Regionale che dovrà valutare se siano state commesse delle irregolarità. Ieri pomeriggio però si sono visti solo dei 10 e lode per le maestre delle Longhena mentre altre scuole stanno scegliendo strade diverse per contestare la circolare con cui si torna ai voti. «I nostri genitori stanno valutando la possibilità di non firmare le pagelle» riflette Mirco Pieralisi, uno dei maestri elementari impegnati nel movimento bolognese e in rete il tam tam di mail tra le famiglie sembra proprio andare in questa direzione. In diversi collegi docenti non è stato possibile raggiungere una posizione unanime, va anche detto che ci sono insegnanti affascinati da questo ritorno alla votazione decimale. Sempre a Bologna, in un'altra scuola, la elementare Dino Romagnoli si è scelto di dare ai bimbi di prima elementare un 7 in tutte le materie dopo essere arrivati alla conclusione che è impossibile riuscire a valutare con un numero un bimbo arrivato da pochi mesi nella scuola primaria. Insomma genitori ed insegnanti, nella città che a fine settembre ha fatto da apripista alle proteste NoGelmini portando in piazza migliaia di persone, continuano a cercare strategie per affermare il loro dissenso alla riforma e per ribadire che questa è solo la strada della distruzione della scuola pubblica.