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Manifesto-Università, retromarcia del governo

Università, retromarcia del governo Torna in commissione cultura il disegno di legge Moratti che precarizza la didattica e annulla l'autonomia degli atenei. Un testo che solleva dubbi ...

09/03/2005
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il manifesto

Università, retromarcia del governo
Torna in commissione cultura il disegno di legge Moratti che precarizza la didattica e annulla l'autonomia degli atenei. Un testo che solleva dubbi nella stessa maggioranza
IAIA VANTAGGIATO
ROMA
Torna in commissione cultura della camera il ddl Moratti sullo stato giuridico dei docenti. La decisione è stata presa dallo stesso presidente della commissione, Ferdinando Adornato, e votata all'unanimità. Una vittoria per quanti - opposizione e sindacati ma soprattutto docenti, ricercatori aggregati e ricercatori precari, studenti e financo rettori - hanno contrastato in tutti i modi un disegno di legge che toglie autonomia all'università e precarizza l'attività di didattica e di ricerca. Una vittoria cui hanno senz'altro contribuite le mobilitazioni che nella scorsa settimana hanno paralizzato gli atenei di tutta Italia, la ferma presa di posizione della Crui e - non ultimo - l'approssimarsi di una scadenza elettorale che invita alla cautela. Un ampio schieramento di forze di cui fanno parte anche settori della maggiornaza e che Mario Pepe, il relatore del ddl, aveva provato ad aggirare presentando confusi emendamenti riparatori: come quello che apre a tutti il concorso da associati (20mila posti) senza assicurare l'assunzione mancando la copertura finanziaria.

Ma Pepe non si tiene e per cercare la pace col fronte dei rivoltosi ne pensa anche un'altra: volete mantenere la distinzione tra docenti a tempo pieno e docenti a tempo definito? Bene, l'avrete anche se a tutti verrà garantita la possibilità di fare consulenze esterne. E allora qual è la differenza? Quindi il relatore si scatena nell'affannosa ricerca di una parola buona per tutti: i ricercatori strutturati? Facciamoli diventare tutti aggregati. E i precari? Contratti a termine sino all'estinzione della specie. Ruoli ibridi e dai confini indefiniti.

Ma i suoi goffi tentativi di tenere in vita un provvedimento cui nemmeno Letizia Moratti sembra ormai essere interessata più di tanto non convincono nessuno.

Del merito si è già parlato. Quanto al metodo: un disegno di legge che viene stravolto da una serie di emendamenti - anzi di "autoemendamenti" - non può essere discusso in aula senza passare di nuovo al vaglio delle commissioni competenti. "Una legge - è il commento della parlamentare diessina Alba Sasso - non si fa combinando tavoli extraparlamentari ma si discute in parlamento".

Anche per Giovanna Grignaffini, capogruppo Ds in commissione cultura, "è ora necessario dare la possibilità al parlamento di riesaminare un testo profondamente cambiato coinvolgendo, cosa che non è avvenuta fino ad ora, tutti gli attori del sistema universitario". L'intera vicenda, secondo Andrea Ranieri - responsabile scuola, università e ricerca della segreteria nazionale Ds - avrebbe messo ancora una volta in chiaro le contraddizioni e le incongruenze della maggioranza, fra quanti volevano spendersi elettoralmente un decreto demagogico e privo di risorse e quanti si vantano ora di averne provocato il rinvio.

Ma c'è anche chi, nella maggioranza, si spende e non da ora affinché il Ddl venga cassato: "Ho disapprovato il provvedimento sin dall'inizio - dichiara Angela Napoli (An) - e ora reputo che gli emendamenti lo peggiorino ultriormente. A parte l'eliminazione della delega sullo stato giuridico, tutto il resto è confuso e demagogico. Si tratta di un disegno di legge che non solo non potrà mai essere attuato ma che allontanerà i giovani dalla ricerca".

Intanto, alla luce del rinvio in commissione del ddl le organizzazioni dei docenti e i sindacati hanno deciso di rinviare la manifestazione annunciata per il 15 marzo. Non così la rete dei ricercatori precari e degli studenti che hanno indetto - a Roma, per giovedì prossimo alle 11,00 - una assemblea presso la facoltà di fisica della Sapienza.


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