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Manifesto-Università, contestati i rettori

Università, contestati i rettori A Roma e Firenze la protesta di studenti e ricercatori: "Subito le dimissioni" ALESSIO PAOLI Ancora una giornata di mobilitazione negli atenei italiani, a quasi du...

20/10/2005
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il manifesto

Università, contestati i rettori
A Roma e Firenze la protesta di studenti e ricercatori: "Subito le dimissioni"
ALESSIO PAOLI
Ancora una giornata di mobilitazione negli atenei italiani, a quasi due settimane dall'inizio delle occupazioni che da Roma si sono estese a tutta la penisola. Ieri epicentro della protesta sono state le università "La Sapienza" della capitale (e da "Roma Tre" oggi un corteo organizzato dagli studenti di Lettere inscenerà i "funerali dell'università") e quella di Firenze: in entrambi i casi studenti, ricercatori precari e docenti hanno preso di mira l'immobilismo dei rispettivi rettori, Renato Guarini e Augusto Marinelli, esigendone le dimissioni. Un gesto di decisa opposizione richiesto con forza crescente da tutta Italia all'intera Crui (la Conferenza dei rettori appunto), che ieri ha ancora deluso le aspettative licenziando l'ennesimo comunicato di condanna del Ddl di quel ministro Moratti che continua ostinatamente a considerare come interlocutore.

Intanto da Bologna è giunta notizia dell'occupazione di Giurisprudenza, che si aggiunge a Lettere e Scienze politiche, mentre a Milano, Sassari e Torino studenti e docenti si stanno riorganizzando.

A Roma più di mille studenti dalle oramai 13 facoltà occupate hanno imposto l'"apertura" della Conferenza d'ateneo sullo stato giuridico della docenza (ovvero sul Ddl Moratti) convocata in tutta fretta da Guarini. L'idea originaria del rettore era un incontro dedicato esclusivamente al Ddl Moratti, con la sola partecipazione dei circa 600 rappresentanti "ufficiali" degli studenti (eletti in una consultazione cui non partecipa più del 5% degli aventi diritto), di 400 docenti e di un (uno!) ricercatore precario: proposta ovviamente rispedita al mittente. E così a partire dalle undici di ieri mattina in parecchie centinaia si sono dati appuntamento sulle scalinate del monumentale rettorato della "Sapienza" per poi fare il loro ingresso nell'aula magna scandendo lo slogan "dimissioni, dimissioni". Tema questo che è tornato con forza nei successivi interventi di uno studente del Dipartimento di fisica (il primo a occupare) e di un ricercatore precario. Entrambi hanno ribadito la ferma opposizione al Ddl Moratti e indicato come obiettivo la cacciata del ministro, ma anche dato voce alla sempre più diffusa esigenza di affrontare tutto il complesso di problemi che attanagliano le università italiane. Dalla revisione dell'applicazione del cosiddetto "3+2" degli ex ministri Berlinguer e Zecchino ai numeri chiusi persino per l'iscrizione alle lauree specialistiche, dal vertiginoso aumento delle tasse di iscrizione alla privatizzazione del diritto allo studio, gli studenti hanno chiesto a Guarini impegni precisi. Ricevendo come risposta, nonostante gli scroscianti applausi con cui molti docenti hanno accolto le richieste degli occupanti, vaghe promesse e l'assicurazione che il prossimo 27 ottobre sarà convocata un'ulteriore conferenza d'ateneo, questa volta dedicata alla "didattica" (e dunque al "3+2"). Identico copione per l'intervento dei ricercatori precari, che hanno ribadito il loro sostegno alle rivendicazioni studentesche e chiesto che "La Sapienza" non applichi il Ddl, garantisca loro un salario minimo "d'ateneo" (secondo le indicazioni della Carta europea dei ricercatori) e diritti elementari come maternità e malattia. Ancora una volta Guarini ha risposto con generiche rassicurazioni, ma quando ha motivato il suo rifiuto di fissare ulteriori incontri con un incredibile "ho dimenticato la mia agenda" occupanti e ricercatori precari hanno lasciato la sala.

Eppure l'"imprevisto" ha scosso gli animi, visto che in molti dalla platea hanno poi ribadito la richiesta di dimissioni. Solo una ricercatrice di informatica del Senato accademico integrato ha annunciato le proprie, mentre il rettore ha improvvisamente abbandonato l'aula.

A Firenze, dove da giorni l'intero polo scientifico di Sesto è in occupazione, più di 500 persone hanno presidiato fin dalla mattina il rettorato in occasione di una riunione congiunta di Senato accademico e Consiglio d'amministrazione e alla notizia che la richiesta di dimissioni generali non era stata accolta hanno reagito prendendo possesso dell'aula magna. Dopo alcuni momenti di tensione con la Polizia (ritiratasi successivamente su richiesta del rettore che ha comunque rifiutato di incontrare i manifestanti) hanno dato vita a un'animata assemblea protrattasi fino a sera. L'appuntamento è per lunedì, quando si svolgeranno Consigli di facoltà aperti, ma tutti pensano già al corteo nazionale previsto a Roma per il 25 ottobre. E sarà difficile allora per Letizia Moratti continuare a parlare di opposizione di ristrette lobby accademiche.


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