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Manifesto-Una settimana anti-Moratti

Una settimana anti-Moratti Tre giorni di dibattiti e una manifestazione nazionale sabato pomeriggio a Roma dove ci sarà tutta la sinistra, dalla Cgil ai Cobas, dai Ds al Prc. Ma le differenze riman...

10/05/2005
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il manifesto

Una settimana anti-Moratti
Tre giorni di dibattiti e una manifestazione nazionale sabato pomeriggio a Roma dove ci sarà tutta la sinistra, dalla Cgil ai Cobas, dai Ds al Prc. Ma le differenze rimangono. E intanto il tempo pieno sparisce dalle scuole
CINZIA GUBBINI
ROMA
Il motto "Fermiamo la Moratti" mette d'accordo tutti, anche chi - a sinistra - è abituato a guardarsi con qualche sospetto. E così da venerdì a Roma parte una tre giorni di seminari con tanto di manifestazione nazionale (sabato pomeriggio) per dire a chiare lettere che le leggi Moratti vanno abrogate. A promuovere l'appuntamento Cgil e Cobas, Ds e Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi, Legambiente, Arci, l'Unione degli studenti il Cidi fino ad arrivare a un totale di venti sigle. Il forum si terrà in via della Lungara 19 alla Casa internazionale delle donne.

Il tavolo "Fermiamo la Moratti" lavora da due anni, con alti e bassi, perché sulla politica scolastica a sinistra si litiga da sempre. Stavolta a fare da parafulmine è stata la settimana di mobilitazione indetta al Social forum di Londra e rilanciata nella riunione di febbraio ad Atene per la preparazione del prossimo Social forum. Al primo punto nella piattaforma italiana c'è l'abrogazione delle leggi Moratti. Proprio la questione che rischia di far scricchiolare l'alleanza a sinistra, perché secondo alcuni (ad esempio Margherita e una parte dei Ds) non si possono fare continuamente riforme, dunque le leggi Moratti andrebbero "aggiustate". Ma, per questa occasione, il grido di battaglia è lì, scritto a chiare lettere bianco su nero, a fare da cornice al manifesto insieme alla proposta di costruire una scuola "pubblica, statale, libera e laica per tutti e per tutte". La tre giorni sarà un'occasione per discutere di conoscenza e sapere nell'epoca della globalizzazione e della privatizzazione il venerdì pomeriggio con con la regista Francesca Comencini, l'editorialista Curzio Maltese, lo storico Sandro Portelli e don Giovanni Franzoni, il sabato mattina con i gruppi di lavoro. Il pomeriggio, a partire dalle 15 a piazza Navona, la manifestazione nazionale. Per quel giorno i Cobas hanno indetto un giorno di sciopero che mette il dito sul contratto "I sindacati confederali stanno andando a chiudere un contratto che non ci piace- spiega Anna Grazia Stammati - un contratto-elemosina. Noi chiediamo 250 euro di aumento netti tanto per gli insegnanti che per il personale Ata". Ma il volantino dei Cobas chiede anche altre cose che non tutti condividono a sinistra: l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni, l'abrogazione della legge di parità, il no netto all'autonomia scolastica, che è stato uno dei cavalli di battaglia del governo di centrosinistra. Ci sarà occasione di parlarne domenica mattina, all'assemblea che conclude la tre giorni: interverranno partiti, associazioni, coordinamenti, sindacati per valutare la riforma Moratti e provare a gettare le basi della scuola del futuro. In molti avrebbero gradito parlarne anche alla Fabbrica del programma di Prodi che, invece, ha pensato bene di fissare l'appuntamento sul "lavoro degli insegnanti" proprio sabato pomeriggio a Bologna. C'è già chi grida allo scandalo, ma dall'organizzazione della Fabbrica placano gli animi: "non sarà certo l'uncio appuntamento sulla scuola, avremo altre occasioni per incontrarci".

Intanto la scuola continua a fare i conti con l'era Moratti. Conti che non tornano mai. Ieri mattina Cgil, Cisl e Uil sono andati a manifestare davanti al ministero dell'istruzione, con i palloncini colorati e un grido d'allarme: "la scuola italiana non è in grado di soddisfare le richieste di studenti e genitori". La distribuzione degli organici operata dal ministero dell'istruzione non è sufficiente per coprire l'aumento delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia e alle elementari. Soprattutto ora che in tutte le scuole del paese le richieste per il tempo pieno aumentano. L'anno scorso, sfruttando le compresenze, i "buchi" erano stati coperti. Ma per il prossimo anno si preannunciano sfaceli. I Cobas del Lazio ieri pomeriggio hanno indetto un sit-in sotto al Csa (l'ex provveditorato). Tra le scuole in mobilitazione anche l'elemntare di Tor Bella Monaca, un quartiere a rischio di Roma. Il prossimo anno spariranno tre classi a tempo pieno: "Non si possono togliere risorse a territori come il nostro", protestano insegnanti e genitori. La dirigente del Csa ha rispedito le richieste al mittente, spiegando che con i numeri dati dal ministero di più non si poteva fare e che, per legge, bisogna garantire solo le 27 ore di lezione.


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