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Manifesto-Una protesta a tempo pieno

Una protesta a tempo pieno Domani sciopero della scuola per una istruzione pubblica e contro i tagli della finanziaria. A Roma, partono per primi gli studenti. Nel pomeriggio, manifestazione naziona...

28/11/2003
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il manifesto

Una protesta a tempo pieno
Domani sciopero della scuola per una istruzione pubblica e contro i tagli della finanziaria. A Roma, partono per primi gli studenti. Nel pomeriggio, manifestazione nazionale indetta da Cgil, Cisl e Uil. A Bologna e Napoli, cortei e iniziative promosse dal Coordinamento in difesa del tempo pieno e dai Cobas
IAIA VANTAGGIATO
Domani la scuola scende in piazza - anzi nelle piazze - in difesa e per il rilancio dell'istruzione pubblica, a favore del tempo pieno e contro i tagli previsti dalla Finanziaria. E - da nord a sud - il calendario è ricco di appuntamenti. Con una manifestazione nazionale indetta a Bologna, il Coordinamento nazionale per la difesa del tempo pieno chiede il ritiro immediato del decreto attuativo sulla scuola dell'infanzia ed elementare che riduce a 27 ore il "tempo scuola" e prevede 3 ore facoltative per le quali non sono previsti finanziamenti. Quanto alla mensa, che i bambini imparino a mangiare da soli: non è più tempo scuola.

Come a dire che gli eventuali costi ricadrebbero interamente sugli enti territoriali e sulle famiglie. I promotori protestano anche contro l'introduzione del "maestro tutor". Tra le adesioni alla manifestazione, oltre a quella dei Verdi nazionali e dei Cobas, anche quella dei deputati Giovanna Grignaffini e Walter Vitali (Ds) e di Titti De Simone (Rifondazione Comunista).

Contro il decreto, manifestazione anche a Napoli indetta dai Cobas: appuntamento alle ore 16.00 a piazza del Gesù. E sempre contro il decreto, nelle Marche sono state già raccolte 1.500 firme con le quali si richiede alla Regione l'impegno affinché il testo predisposto dal ministero venga emendato o respinto.

A Roma la protesta è "di lunga durata". Si comincia al mattino con una manifestazione promossa dall'Unione degli studenti, dai Giovani comunisti e da Studenti.net (appuntamento a Piazza Esedra alle 9,30) contro una finanziaria "che si dimentica completamente della scuola pubblica e smentisce le promesse del ministro Moratti". In cifre: 90 milioni di euro contro gli 8,5 miliardi richiesti più un regalo di 100 milioni di euro per finanziare la scuola privata.

Sempre a Roma, nel pomeriggio, grande manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica indetta da Cgil, Cisl e Uil e dai sindacati di categoria. Si parte alle 14.00 da piazza della Bocca della Verità per poi raggiungere piazza Farnese.

Tra gli obiettivi della mobilitazione - si legge in un comunicato congiunto - quello di "riaffermare il valore strategico dell'istruzione, difenderne il carattere nazionale, contrastarne la devoluzione, protestare contro una finanziaria che solo tagli ed una ulteriore precarizzazione del lavoro, rifiutare un modello di scuola che riduce l'offerta di istruzione e amplifica le diseguaglianze sociali".

Alla manifestazione hanno aderito l'Ulivo, l'Arci, i Verdi, il Coordinamento Genitori Democratici, il Cidi, il Comitato scuola della Repubblica, Legambiente, Mce, Proteo Fare Sapere, Pcdi, Rifondazione comunista, l'Unione degli studenti e quella degli universitari.

Un chiaro impegno, inoltre, all'innalzamento dell'obbligo scolastico e al superamento del doppio canale morattiano nonché all'eliminazione di ogni ambiguità circa la laicità della scuola è stato inserito nel documento di adesione dell'Ulivo alla manifestazione: lo ha dichiarato il responsabile scuola dei Verdi Mauro Romanelli sottolineando come "tempo pieno, compresenze, collegialità della funzione docente siano gli obiettivi fondanti di una visione democratica della scuola che mira al recupero delle differenze".

Intanto ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare un decreto legislativo che riordina gli organi collegiali territoriali della scuola. "Ancora una volta - dichiara la deputata Ds Alba Sasso - una questione importante per la gestione del sistema scolastico viene affrontata a colpi di decreto, senza nessun confronto con le parti sociali, con l'associazionismo e il mondo della scuola". Sullo schema di decreto legislativo dovrà ora esprimere il suo parere la Conferenza unificata Stato-Regioni, quindi il provvedimento verrà sottoposto all'approvazione definitiva del Consiglio dei ministri.


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