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Manifesto-Una manovra che non pensa allo sviluppo

Una manovra che non pensa allo sviluppo Per Antonio Fazio (e per la Confindustria) nella finanziaria c'è poco per lo sviluppo. Il governatore di Bankitalia nell'audizione alla camera denuncia anche...

14/10/2004
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il manifesto

Una manovra che non pensa allo sviluppo
Per Antonio Fazio (e per la Confindustria) nella finanziaria c'è poco per lo sviluppo. Il governatore di Bankitalia nell'audizione alla camera denuncia anche lo stato comatoso dei conti pubblici
GALAPAGOS
Un Fazio filogovernativo quello ascoltato ieri dalla commissione bilancio della camera nell'audizione sulla finanziaria. Un Fazio preoccupato dall'andamento dei conti pubblici e dalla perdita di competitività dell'Italia, ma che, tuttavia, assolve la manovra del governo - "il tetto di spesa può essere uno strumento efficace, ha detto - anche se fissa alcuni paletti il più clamoroso dei quali è la proposta di una alta autorità con il compito di controllare (non solo tecnicamente) l'andamento della spesa pubblica. Ma non sono mancate critiche anche alla vendita del patrimonio immobiliare con operazioni di lease-back, perché il riaffitto sposta nel tempo oneri crescenti sul bilancio dello stato. Nel suo intervento, però, il governatore della Banca d'Italia ha anche criticato le affermazioni di Berlusconi che sostiene che i tagli non si applicano anche agli investimenti. Poi togliendosi un sassolino, anzi un "macino" dalla scarpa ha accusato Tremonti "di avere attaccato in modo indegno le fondazioni bancarie".

Assieme a quella di Fazio, ieri era attesa anche l'audizione di Montezemolo, ma il presidente della Confindustria ha "bigiato" l'incontro: è all'estero, lo ha giustificato Maurizio Berretta, direttore generale di viale dell'Astronomia. Però Montezemolo ha parlato lo stesso: alla presentazioni di un libro scritto da vaticanisti, ha affremato che serve un paese competitivo e solidale e che opporre investire molto sulla formazione.

Berretta, invece, ha avanzato un po' di critiche alla finanziaria richiedendo riequilibrio con misure che favoriscono lo sviluppo; lamentando - come il governatore - i tagli agli investimenti attuati con la soglia del 2%; giudicando inaccettabile i possibili aumenti dell'Irap da parte della regioni; criticando la mancanza di interventi sulla fiscalità dei carburanti. In ogni caso la linea della Confindustria è chiara: prende tempo dichiarando di aspettando il varo del collegato (che dovrebbe portare a una riduzione della pressione fiscale) prima di dare un giudizio definitivo.

E' durata circa tre ore l'audizione di Fazio: nel solo perché al governatore piace parlare, ma anche a causa delle tantissime domande che gli sono state rivolte dagli "onorevoli". E nel suo lungo parlare il governatore è anche incorso in un lapsus clamoroso: parlando del suo rapporto pluridecennale con il ministero del Tesoro (che oggi si chiama dell'economia) a un certo punto ha detto "quando ero un giovane comunista". Poi si è corretto velocemente, spigando che voleva dire "giovane economista". Poi, il non più giovane economista ha ripetuto quello che tante volte gli abbiamo sentito affermare: la crisi teconologica dell'Italia, la necessita di investimenti. Anzi è spigato che lui vuole più investimenti, cioè non vuole che il tetto del 2% sia applicato anche all'accumulazione. Serve, ha sostenuto, "l'avvio immediato di interventi in grado di accrescere la produttività e la competitività". Il governatore ha anche fatto capire che avrebbe addirittura gradito un blocco delle spese correnti, ma non quello degli investimenti. Poi, lodando il limite di spesa al 2% ha detto che se i governi avranno la forza di protrarre nel tempo la misura, nel giro di pochi anni, la spesa pubblica si ridurrà di 3-4 punti rispettto al pil. Da alcuni anni, invece, la spesa primaria cresce del 5% e nel 2004 toccherà un picco rispetto al pil che non veniva raggiunto dal 1993.

Il governatore ha anche affrontato il tema dei condoni, affermando che creano problemi per il gettito degli anni successivi e che "la reiterazione dei condoni può minare il rispetto della norme". Ovvero, favorire l'evasione fiscale. Sempre in tema fiscale, Fazio ha sostenuto che la revisione degli studi di settore è opportuna visto che l'elusione e l'evasione fiscale sono enormi. Tuttavia ha raccomandato collaborazione con le organizzazioni di categoria, anche per evitare lunghi contenziosi con la giustizia tributaria.

Il governatore ha anche parlato degli scandali finanziari (Parmalat e Cirio, su tutti) accusando i "risparmiatori" di acquistare bond sapendo che l'elevato rendimento nascondeva un elevato rischio. Infine, tra le riforme a costo zero, ha sollecitato quella del diritto fallimentare.


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