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Manifesto-Una finanziaria taglia tutto

Una finanziaria taglia tutto Podda (Cgil): i cittadini pagheranno la stretta al pubblico SARA FAROLFI "Questa è una finanziaria da macelleria sociale, altro che contenimento di spesa". Più di un ...

04/10/2005
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il manifesto

Una finanziaria taglia tutto
Podda (Cgil): i cittadini pagheranno la stretta al pubblico
SARA FAROLFI
"Questa è una finanziaria da macelleria sociale, altro che contenimento di spesa". Più di un miliardo di euro per il settore statale e 900 milioni per gli enti locali. Sono questi i numeri del "contenimento di spesa" - come lo ha definito Tremonti - previsti per il pubblico impiego dalla legge finanziaria. L'ennesimo giro di vite, secondo Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil, che rischia di scatenare "l'esplosione di una questione sociale spaventosa".

Infatti si parla di sciopero generale. I sindacati di base lo hanno già proclamato, mentre per lunedì prossimo sono state convocate le segreterie confederali unitarie.

C'è questa possibilità, tutt'altro che acquisita però. Da parte di Angeletti, ad esempio, non mi sembra che ci sia tutta questa volontà di procedere. In realtà ci sono tutte le condizioni, e anche la necessità di arrivare ad un'iniziativa vigorosa, magari insieme a Enti locali e Regioni, per un cambiamento radicale di questa legge finanziaria. Uno sciopero per le condizioni reali di vita delle persone e quindi contro la politica di questo governo.

Un vero e proprio giro di vite per i dipendenti pubblici. A partire dal rinnovo del contratto...

Le risorse stanziate dal governo per il rinnovo contrattuale del prossimo biennio economico, quello del 2006-2007, sono appena sufficienti a pagare l'indennità di vacanza contrattuale. E' la prima volta che questo succede, ma questa è una cosa che giustamente interessa i lavoratori del settore e noi come sindacato di categoria. Ciò che è drammatico è che, grazie alle misure di questa finanziaria, rischiamo di trovarci alla fine dell'anno con 150 mila persone per strada. Che significa chiusura dei servizi, perché sono proprio quei lavoratori ad aver garantito agli enti locali, negli ultimi anni, il mantenimento di servizi essenziali. Dall'assistenza agli anziani agli asili nido.

Un'altra voce del capitolo "pubblico impiego" prevede che le spese per i contratti integrativi non potranno superare quelle del 2004.

Significa che se nel 2005 fossero stati fatti contratti che costavano qualche risorsa in più, bene, l'anno prossimo quelle risorse non ci saranno più. Ci troveremo di fronte, per la prima volta, alla diminuzione del salario nominale dei lavoratori.

La stretta più pesante è quella che riguarda i contratti a tempo determinato, la spesa per i quali non potrà superare il 60% di quella del 2003.

I dati del 2003, gli ultimi disponibili, parlano di 100 mila persone tra co.co.co. e tempi determinati. In realtà sono 99 mila i tempi determinati e 50 mila i co.co.co. per un totale di 150 mila persone, il 40% dei quali secondo la finanziaria dovrebbe andare via. Bisogna considerare però che queste sono le stime del 2003, le ultime disponibili, e che rispetto al 2002 i co.co.co. nelle pubbliche amministrazioni erano lievitati circa del 30%. E' legittimo pensare dunque che, con il blocco delle assunzioni e i tagli di spesa degli ultimi anni, ci sia stato un trend di crescita analogo nel 2004 e nel 2005. Si potrebbe trattare cioè di molte più persone.

Il governo dice però che stabilizzerà settemila dipendenti pubblici...

E' chiaro il segno politico della manovra. Ai suoi dipendenti, quelli che lavorano nelle amministrazioni centrali, il governo fa la proposta di stabilizzazione, anche se la realizzerà nel 2007; i dipendenti di enti locali e sanità, ossia i lavoratori di comuni e regioni amministrate per lo più dal centro sinistra, finiranno invece sulla strada.

Un disastro dunque per la categoria?

Il fatto è che il problema della categoria, 3,5 milioni di dipendenti pubblici, rischia persino di essere in secondo piano. Il vero problema è che si smobilita il settore pubblico e il lavoro pubblico come garanzia dei diritti fondamentali delle persone. Poi questo comporta conseguenze gravi per i lavoratori, ma la scelta è davvero un'altra: la manovra diventa negativa per i lavoratori pubblici in conseguenza di quello che si sceglie di fare per il settore pubblico.


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