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Manifesto-Una crociata pubblicitaria

Una crociata pubblicitaria Campagne governative a sostegno del crocifisso. Passa alla Camera una risoluzione del forzista Ferdinando Adornato Sensibili alle croci Dopo tre giorni di dibattito, l'U...

07/11/2003
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il manifesto

Una crociata pubblicitaria
Campagne governative a sostegno del crocifisso. Passa alla Camera una risoluzione del forzista Ferdinando Adornato
Sensibili alle croci Dopo tre giorni di dibattito, l'Ulivo si divide e passa il testo di maggioranza
IAIA VANTAGGIATO
Il crocifisso è simbolo di quei valori di libertà che stanno alla base della nostra identità nazionale, europea e occidentale. A decretarlo con tanta sicurezza non è stata la società civile - laica o cattolica che sia - ma la commissione cultura della camera che ha approvato ieri una risoluzione con cui si invita il governo ad avviare una campagna di sensibilizzazione a sostegno della croce. Il documento - di cui è primo firmatario il forzista Ferdinando Adornato - è stato approvato dalla maggioranza dopo un iter che neanche la Via Crucis e grazie ai contrasti sorti in seno all'opposizione.

Che così si è divisa: prima una risoluzione della Margherita - poi ritirata - che tenta di correggere il testo di Adornato per raccogliere il consenso dei Ds; poi un documento di Rifondazione comunista in cui si chiede al governo di ritirare la circolare ministeriale del 2002 che impegna i presidi a garantire la presenza del crocifisso nelle aule e che viene appoggiato da sinistra Ds, Verdi, Comunisti italiani e Sdi ma non dalla Margherita; infine, un documento unitario di Ds e Margherita nel quale però la questione del crocifisso viene citata solo nelle premesse ma non nella parte relativa agli impegni concreti del governo. Il testo mezzoulivista accontenta il centrosinistra - non Rifondazione, però, che si limita a votarne il solo dispositivo - ma viene respinto dalla maggioranza.

Tre giorni di dibattito, tre documenti presentati e più volte riformulati, numerose le votazioni. "Gesù!", verrebbe da esclamare. Anche e soprattutto di fronte alle surreali affermazioni di Adornato: "Non potevamo togliere il crocifisso dagli impegni". Quali? Quelli di governo naturalmente.

Soddisfatta, tutto sommato, la Margherita. Pur non avendo ritenuto utile partecipare al voto su una questione "così delicata e di rilievo costituzionale per la quale sarebbe stata necessaria una soluzione unitaria e condivisa", il partito di Prodi e Rutelli ritiene di aver messo a segno un altro punto a suo favore: "abbiamo contenuto - afferma, infatti il capogruppo Andrea Colasio - il greve tentativo di appropriazione politica di un simbolo che consideriamo essere patrimonio culturale comune ed evitato la volontà di adoperare il crocifisso per una volgare campagna strumentale". Sarà, ma intanto il Cristo resta in croce e bene in vista. Poco propenso ancora una volta ad esultare. E noi con lui.

La risoluzione della Cdl è "da stato etico - dichiara intanto la capogruppo del Prc Titti De Simone -, rischia di fomentare nuove guerre di religione e di instaurare un clima di perenne conflitto tra culture e religioni differenti". Le fa eco la deputata Ds Giovanna Grignaffini che rivolge il suo "no a qualsiasi iniziativa tesa a imporre simboli o fedi caricandi i governi di funzioni del tutto improprie in uno stato laico e aconfessionale".

Intanto, proprio da sinistra è arrivato lo scivolone più paradossale di ieri. E' accaduto a Firenze, dove il centrosinistra - solo perché "distratto" - ha bocciato un documento di Forza Italia contro la rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici. Colpa dell'ora tarda, hanno dichiarato i Ds toscani che - fossero stati meno stanchi - avrebbero votato a favore.


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