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Manifesto: Un circolo ben poco virtuoso

IL MERCATO DELLA RICERCA

17/06/2009
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il manifesto

BenOld
Gli Stati Uniti sono spesso dipinti come l'esempio più riusciuto di come la ricerca scientifica di base e applicata non abbia bisogno dello stato per produrre buoni risultati e ottimi centri d'eccellenza. Un affresco che raffigura un mondo che semplicemente non esiste. Le istituzioni federali statunitensi hanno sempre finanziato i centri di ricerca, sia pubblici che privati. Anzi, dalla fine dell'Ottocento alla presidenza di George W. Bush, una serie di leggi volute dai ministeri del commercio, dell'industria e della difesa hanno definiti sia il ruolo degli organismi di controllo che le modalità per la condivisione dei risultati da parte delle diverse università e centri di ricerca.
Questo non vuol dire che i privati non finanzino progetti di ricerca, ma il loro apporto è sempre di gran lunga inferiore a quello pubblico. La ricerca di base e applicata made in Usa funziona cioè in maniera tale che vengono definiti alcuni progetti pilota da parte da comitati misti con scienziati, politici e imprenditori. Poi sono definiti i tempi di verifica delle ricerche. Quando poi «arrivano» i risultati, la comunità scientifica ne attesta la qualità.
È questo il dispositivo che regola tanto l'autonomia dei ricercatori che l'impossibile neutralità del lavoro scientifico. Dispositivo entrato in crisi negli anni Ottanta e che ha portato a una diretta dipendenza di molti ambiti di ricerca dalle imprese. La ricerca scientifica è divenuta cioè anche un nodo direttamente produttivo e quindi di costruzione anche del consenso.
Barack Obama vuol solo aggiustare sottrarre la ricerca scientifica dal nodo scorsoio rappresentato dalla corsa alla brevettabilità e stabilire il contesto dove la socializzazione dei risultati sia propedeutica al rilancio del circolo virtuoso tra ricerca di base e imprese, assumendo però il fatto che la scienza è diventata a tutti gli effetti attività produttiva. Compito dei ricercatori è semmai quello di rompere il meccanismo di questa «sussunzione», sfuggendo alla nostalgia dello scienziato separato e alieno a quanto accade nella realtà sociale. L'open content e la critica alla proprietà intellettuale che tanto successo hanno negli Usa rappresentano proprio èrimo passo per rompere tanto la sussunzione formale che quella reale alla produzione di merci.


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