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Manifesto-Tutta la scuola sarà in piazza"

Tutta la scuola sarà in piazza" "Sabato a Roma ci sarà la prima manifestazione unitaria contro le riforme della Moratti". Parla Gianluca Gabrielli, del coordinamento nazionale per la difesa del tem...

12/05/2004
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il manifesto

Tutta la scuola sarà in piazza"
"Sabato a Roma ci sarà la prima manifestazione unitaria contro le riforme della Moratti". Parla Gianluca Gabrielli, del coordinamento nazionale per la difesa del tempo pieno
GIORGIO SALVETTI
Gianluca Gabrielli è maestro in una scuola a tempo pieno di Bologna. E' tra gli insegnanti più attivi del Coordinamento nazionale per la difesa del tempo pieno, e in questi giorni è impegnato a organizzare i treni che sabato porteranno a Roma (piazza della Repubblica alle 14) docenti, studenti e genitori per manifestare contro le riforme del ministro Moratti.

Siamo abituati al ripetersi rituale di mobilitazioni sulla scuola, di solito però perdono quasi subito vigore. Questa volta è diverso, qual è il segreto?

Per assurdo il governo che pretende di essere più familista ha colpito proprio le famiglie ed è scattato un movimento di base per la difesa del tempo pieno che non è una lotta sindacale o di categorie ma coinvolge tutta la società civile: insegnanti e studenti, ma anche i genitori sono in prima fila. E ormai si sono costituite strutture stabili capaci di continuare la mobilitazione e di darsi obiettivi di medio periodo. E' significativo che un movimento nato scuola per scuola sia in grado di coordinarsi a livello nazionale, la manifestazione di sabato renderà visibile proprio questa capacità di crescita e darà coraggio a chi è impegnato a livello locale.

Eppure Moratti va avanti a testa bassa

Qualche risultato però lo abbiamo ottenuto. Per esempio il mantenimento, almeno sulla carta, degli organici. Ora siamo impegnati su due fronti. Da un lato continuare la lotta nei consigli di classe e d'istituto dove si fa tutto il possibile per non attuare la riforma, prima di tutto rifiutando di nominare i tutor e non adottando nuovi libri di testo; poi siamo impegnati ad allargare il fronte della lotta. Siamo già riusciti a coinvolgere gli altri livelli scolastici e la protesta è arrivata anche alle superiori. Per la prima volta sabato sfileremo con l'università.

Questa inedita convergenza tra scuola e università, che solitamente stanno su pianeti diversi, saprà reggere?

Sabato è solo il primo passo ma è importante, per ora abbiamo individuato un nemico comune. Certamente la Moratti, ma non solo lei. Il governo Berlusconi ha portato all'estremo un atteggiamento di dismissione di tutto il sistema formativo che continuava da tempo: anche Berlinguer attaccava il tempo pieno e precarizzava le giovani leve universitarie difendendo i potenti. La Moratti si è spinta così sfacciatamente in avanti da innescare un protesta popolare che ora chiede di rimettere tutto in discussione, le riforme di questo governo ma anche di quello precedente.

Non essere solo antigovernativi non vi crea problemi?

Da solo il fronte di base per il tempo pieno non sarebbe arrivato dov'è e non può farcela. Oltre all'allargamento agli altri livelli scolastici siamo impegnati anche a coinvolgere sindacati e partiti. Finora, per esempio, non c'è ancora stato uno sciopero unitario contro la riforma. Sul piano politico abbiamo ottenuto, con tutti i distinguo del caso, un fronte unitario per l'abrogazione della riforma che va dal Prc all'Udeur, ma come movimento nato dal basso sappiamo che con la politica bisogna muoversi con cautela. Cerchiamo di ottenere paletti e limiti chiari per il futuro.

Ormai però il decreto è in vigore, come se la caveranno in concreto le singole scuole il prossimo anno?

Paradossalmente l'attacco del ministro Moratti al tempo pieno, che da anni è considerato un modello di scuola residuale ad esaurimento, lo ha riportato in vita e gli ha fatto buona pubblicità. A Bologna per l'anno prossimo ci sono 3000 iscrizioni in più. Ma gli organici non aumentano e in qualche caso, nonostante le promesse, diminuiscono. Ogni scuola tenterà di metterci una pezza come può, ma c'è poco da inventare.

Nella mia abbiamo le forze per garantire più o meno lo stesso servizio, ma in una scuola elementare poco distante avranno una classe in più e un insegnante in meno: prima di tutto dovranno rinunciare alla compresenza di due maestri che seguono una classe, ma non basterà, saranno anche costretti a ridurre l'orario.


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