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Manifesto-Trasporti e statali, ripartono gli scioperi

Trasporti e statali, ripartono gli scioperi Dopo la pausa delle feste, due scioperi generali contro le deleghe al governo su pensioni, fisco e lavoro, e per il rinnovo dei contratti. Il 30 gennaio t...

05/01/2002
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il manifesto

Trasporti e statali, ripartono gli scioperi
Dopo la pausa delle feste, due scioperi generali contro le deleghe al governo su pensioni, fisco e lavoro, e per il rinnovo dei contratti. Il 30 gennaio toccherà ai trasporti, il 15 febbraio a pubblico impiego e scuola
AN. SCI.

Nuovo anno, nuovi scioperi. Più combattivi che mai i sindacati scendono sul piede di guerra dopo la pausa festiva. I fronti più caldi, quelli dei trasporti e del pubblico impiego: le organizzazioni confederali hanno stabilito le due date per i rispettivi scioperi generali. Nel mirino di chi protesta, le deleghe del governo su previdenza e mercato del lavoro, oltre al rinnovo dei contratti. Il 30 gennaio, per quattro ore, sciopererà il settore dei trasporti, mentre il 15 febbraio toccherà al pubblico impiego, scuola in testa. Inoltre, per i comparti del trasporto aereo e marittimo sono previste altre agitazioni in diverse giornate di gennaio. E ieri si sono anche concluse le 4 giornate di sciopero degli addetti alle ricevitorie sportive, che hanno protestato contro la decisione del governo di ridurre la percentuale per le ricevitorie, pur avendo aumentato il costo della colonna a mezzo euro. Gli incassi per i quattro giochi del Coni (Totocalcio, Totogol, Totosei e Totobingol), per Totip e Sisal si sono ridotti del 65% (da 30 a 10 miliardi di lire).
Il settore dei trasporti si fermerà il 30 gennaio per 4 ore, dalle 10 alle 14. Sono esclusi i lavoratori del trasporto pubblico locale, per i quali le quattro ore saranno stabilite a livello regionale nel periodo compreso tra il 14 e il 31 gennaio. Le agitazioni sono state proclamate da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. "La protesta - spiega il segretario generale della Filt Cgil, Guido Abbadessa - è stata indetta per aderire allo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil contro la delega al governo per la riforma del sistema previdenziale. Nel comparto dei trasporti, però, lo sciopero assume un significato particolare visto lo stato di grave crisi strutturale di alcuni settori. Nel trasporto aereo, nell'indotto ferroviario e nel settore marittimo e portuale, sono in atto pesanti riduzioni di personale e senza risposte adeguate da parte del governo le conseguenze sulle attività e sul lavoro sono destinate ad aggravarsi ulteriormente". In più, i settori aereo e marittimo riservano un ricco calendario di scioperi a parte: l'8 gennaio, dalle 12 alle 16 incroceranno le braccia il personale e i controllori dell'Enav; il 18 gennaio, dalle 10 alle 18 sciopererà tutto il comparto aereo; il 28 gennaio dalle 12 alle 16 il personale Enav Crav Milano e Cav Linate; il 10 e 11 gennaio, per 24 ore in varie modalità, il personale della Tirrenia.
Il 15 febbraio, lo sciopero generale dei lavoratori del pubblico impiego e della scuola, che scenderanno anche in piazza, per una grande manifestazione nazionale a Roma. I tre milioni di impiegati pubblici torneranno dunque a protestare a soli due mesi dallo sciopero del 14 dicembre scorso. Lo sciopero generale verrà preparato con varie assemblee informative sui luoghi di lavoro in concomitanza con la mobilitazione generale già decisa dalle confederazioni tra il 14 gennaio e il 2 febbraio prossimi contro le deleghe del governo su previdenza, fisco e mercato del lavoro. Secondo il segretario della Cgil scuola Enrico Panini "durante la giornata di sciopero Roma sarà percorsa dalla più grande manifestazione della scuola e del lavoro pubblico nella storia del sindacato italiano".
Oltre a protestare le deleghe al governo - sotto accusa principalmente la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori - i dipendenti del pubblico impiego si mobilitano anche per il rinnovo dei contratti: secondo Cgil, Cisl e Uil mancano 2400 miliardi in finanziaria. Per i rinnovi, prima della rottura, è stato chiesto, oltre all'inflazione programmata per i prossimi due anni, anche lo scarto tra inflazione programmata e reale del biennio 2000-2001: i sindacati parlano di un divario del 2%, il governo offre solo lo 0,3%.


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