Manifesto: Tra governo e Onda partita ancora aperta
Il primo tempo della partita sulla scuola tra governo e Onda primaria che si è giocata nel 2008 si è chiuso in sostanziale parità.
Giuseppe Caliceti
Il primo tempo della partita sulla scuola tra governo e Onda primaria che si è giocata nel 2008 si è chiuso in sostanziale parità. Dopo i tagli sconsiderati inflitti nell'estate, c'è stata una pronta e in parte inaspettata reazione da parte del mondo della scuola pubblica italiana che ha smascherato i tentativi di Gelmini di giustificarli in ogni modo, al punto di farla tornare, almeno a parole, sui suoi passi. In realtà la partita è ancora aperta e il secondo tempo è fissato proprio con l'inizio del 2009. Dai primi mesi si riapriranno infatti le iscrizioni alla scuola primaria. Gelmini, in evidente difficoltà, ha dichiarato che i genitori degli alunni potranno scegliere tra vari tipi di scuola: il maestro unico a 24 ore, il maestro prevalente più gli specialisti a 27 o 30 ore, i due docenti su una classe che rappresentano il tempo pieno a cui siamo abituati di 40 ore. Tutto fumo negli occhi. Perché ha aggiunto una clausola non da poco: «salvo disponibilità dell'organico». E Gelmini ha programmato uno dei più grandi «tagli» al personale che la scuola italiana ricordi: 250.000 posti di lavoro in tre anni. Ci sono comitati genitori-docenti anti-Gelmini che oggi propongono, come anche noi avevamo suggerito alcuni mesi fa in modo provocatorio, di richiedere compatti come genitori degli alunni il tempo pieno, trasformando il momento dell'iscrizione in un referendum dal basso. Una buona idea. Ma cosa si aspettano? Che Gelmini li accontenti? O di svergognarla? A parole è già tornata più volte sui suoi passi. Senza alcun pudore. Non è più questo il punto. Occorre che l'Onda primaria, dopo la forte mobilitazione che c'è stata nel 2008, non si senta troppo ottimista. L'obiettivo del contendere è sempre lo stesso: il taglio ai fondi e al personale della scuola pubblica. Nonostante le dichiarazioni fatte, Gelmini non aumenterà mai le scuole a tempo pieno perché sono «antieconomiche». Ammettiamo che i genitori compatti chiedano per i figli le 40 ore del tempo pieno: tirerà fuori, semplicemente, la clausola della mancanza d'organico. In realtà Gelmini farà come ha fatto la Moratti: cercherà di abbattere il tempo pieno. E' sempre questo modello di scuola a essere in ballo, nonostante le rassicuranti false parole del ministro. Questo è il disegno iniziale. Per questo è nata la promozione del «maestro unico». Facendo saltare il modulo che prevedeva tre insegnanti su due classi, Gemini ha raggiunto un primo obiettivo: su due classi ora ci saranno due docenti e non tre. Ma il piatto grosso resta sempre il tempo pieno con due insegnanti su una classe: nella testa di Gelmini-Tremonti questo è uno spreco intollerabile, corrispondente a un possibile risparmio del 50pre cento. Tutto e subito. Da oltre quindici anni non vengono istituite in Italia, se non in casi eclatanti, classi a tempo pieno. Non è un caso. Difficile pensare che Gelmini le istituirà. Nonostante ogni tipo di protesta. E' più facile che salti lei come ministro o salti questo governo. L'Onda perciò non si monti la testa. L'obiettivo a medio termine resta quello di garantire il tempo pieno e il suo corretto funzionamento lì dove già esiste: questo sarebbe già un ottimo risultato. Perché una cosa è dire che esiste, altra è metterlo in pratica. Per esempio, senza alcuna compresenza il tempo pieno è già annacquato, senza uscite didattiche, senza attività laboratoriali.
Oggi siamo in una lotta di contenimento, di difesa di quanto altri prima di noi avevano ottenuto e che oggi stanno togliendo ai nostri alunni e ai nostri figli. Pretendere di più da questo governo non è realistico. Piuttosto l'Onda inizi a chiedere con più forza le dimissioni di Gelmini e del governo. Al resto penseremo poi. Magari lottando con un ministro dell'Istruzione di centrosinistra. Partita dura anche quella.