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Manifesto: Tanti immigrati, pochi docenti

Ma nell'istituto «pioniere» dell'intercultura manca ancora il tempo pieno

24/10/2007
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il manifesto

Cinzia Gubbini
Roma
E' la scuola definita «pioniera» nella pratica dell'intercultura a Roma, e forse persino in Italia. La scuola Di Donato, quartiere Esquilino, è uno degli istituti con il più alto numero di alunni con cittadinanza non italiana della capitale, anche grazie alla sua fama di buona capacità di accoglienza. Qualche numero: 59% di alunni stranieri nella primaria (76% dei quali nati in Italia); 78% alle medie (39% nati in Italia).
La Di Donato conta decine di articoli, citazioni, visite istituzionali e presenze nei convegni. Ma questo non la salva dal soffrire degli stessi identici mali delle altre scuole pubbliche. In particolare - per gli alunni che quest'anno frequentano la prima classe - la mancanza di insegnanti per garantire il tempo pieno. Sulle tre sezioni aperte ruotano dall'inizio dell'anno quattro insegnanti «e mezzo» (cioè uno spezzone di 11 ore). Le compresenze tra i docenti, vero valore del tempo pieno, sono una chimera. Il venerdì si esce alle 15,30, per assicurare che negli altri giorni si arrivi fino alle 16. Risultato: diversi genitori stanno pensando di non riconfermare le iscrizioni a gennaio. Dice ad esempio una delle mamme, Francesca Cima: «Già lo scorso anno ci chiedevamo se fosse il caso di rimanere. Perché questa è una scuola bellissima, con grandi potenzialità, ma anche abbandonata a se stessa. Poi, in tanti genitori, abbiamo scelto di restare proprio per dare una speranza. Ma è stata una delusione. Per non parlare delle classi in cui ci sono pochissimi bambini italiani e molti bambini stranieri - dice la mamma - anche lì c'è un problema di integrazione, perché i bambini della stessa nazionalità tendono ovviamente a fare gruppo a sé. Ma c'è scarsa attenzione». La preside della scuola, Alba Zuccarello, spera di poter risolvere al più presto la situazione: «Proprio in questi giorni dovrei avere la conferma di otto ore, forse addirittura dieci, in più a disposizione. Il che permetterebbero di coprire le tre classi, anche se ovviamente non potranno essere garantite le compresenze. Per quelle avremnmo bisogno di 22 ore aggiuntive. Tuttavia non mi sento di dire che la nostra scuola sia abbandonata: quest'anno ho ottenuto una sezione in più di tempo pieno alla scuola dell'infanzia». Certo, la Di Donato non ha problemi diversi dal resto del mortificato universo scolastico. Ma chi convive con maggiori complessità non dovrebbe essere trattato con un occhio di riguardo?


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