Manifesto-Sui contratti decidano i lavoratori
Sui contratti decidano i lavoratori La Cgil frena sulla riforma della contrattazione. Podda: "Rilanciamo il pubblico" Democrazia Il direttivo della Cgil discute della riforma della contrattazione, e...
Sui contratti decidano i lavoratori
La Cgil frena sulla riforma della contrattazione. Podda: "Rilanciamo il pubblico"
Democrazia Il direttivo della Cgil discute della riforma della contrattazione, e del peggioramento della situazione economica. Conferenza programmatica della Funzione pubblica
P. A.
La Cgil considera un grande risultato aver chiuso gli ultimi contratti, soprattutto quelli pubblici, ma non accetta che ci siano colpi di mano sul sistema della contrattazione. Il tema dei contratti ridiventa quindi di attualità alla vigilia del congresso nazionale della Cisl, che ha messo tra i punti più importanti della sua discussione proprio la riforma del sistema della contrattazione. Lo ha annunciato in pià di una occasione il segretario generale, Savino Pezzotta. Molto diversa a quanto pare la posizione della Cgil. Secondo il segretario generale, Guglielmo Epifani, non era affatto un risultato scontato come quello dei recenti contratti nazionale. E l'aver firmato, soprattutto nel settore del pubblico impiego, è stato anche un importante segnale politico generale. Proprio alla luce di questi successi e in vista di un periodo molto complicato di scontro politico e sociale, la Cgil considera sbagliato accelerare la discussione sulla riforma del sistema di contrattazione. Nello stesso tempo la Cgil continua ad essere disponibile a proseguire il dibattito con Cisl e Uil su questi temi, ma senza strappi.
E' questo uno dei punti politici più rilevante emersi ieri dalla riunione del direttivo nazionale della Cgil, introdotto dalla relazione del segretario generale, Guglielmo Epifani. Epifani ha spiegato il senso dell'ennesima rottura che si è verificata al tavolo delle trattative con il governo e ha anche dato conto dello stato della discussione con gli altri sindacati confederali, soprattutto a proposito di regole e democrazia. Il segretario generale ha spiegato che non si tratta di essere rigidi o morbidi sul sistema di contrattazione. La Cgil non dice di essere contraria a un'accelerazione e a una forzatura solo per una presa di posizione aprioristica. Epifani ha spiegato invece che si tratta di un metodo corretto da seguire.
La Cgil ribadisce di essere disposta a discutere con tutte le parti interessate. Questo significa che un eventuale accordo su un nuovo modello contrattuale non può scaturire da un'intesa firmata solo dalle tre confederazioni. Si tratta caso mai di arrivare a un accordo anche con gli industriali e con tutti gli altri rappresentanti del mondo dell'economia e del commercio. Si tratterà poi di coinvolgere anche il governo in questo accordo, anche perché lo Stato è esso stesso un datore di lavoro dei pubblici dipendenti ed è il regolatore dei contratti in generale nel sistema della concertazione. Ma la cosa più importante riguarda i diretti interessati di tutta questa faccenda, ovvero i lavoratori. Spetta a loro l'ultima parola su ogni eventuale modifica a un sistema di contrattazione che ha retto fino a questo momento. Dopo l'intesa sui nuovi modelli contrattuali si andrà dunque a un referendum consultazione tra tutti i lavoratori.
Sempre ieri è stata la volta del sindacato della funzione pubblica della Cgil aprire la stagione congressuale, con la conferenza programmatica. La riunione, che si concluderà oggi pomeriggio, è stata aperta da una relazione del segretario generale Carlo Podda. Un intervento molto importante, con una elaborazione di grande spessore, che ha ripercorso la scena sociale e politica degli ultimi anni. Podda non ha risparmiato critica alla destra, ma non ha esitato anche a criticare le posizioni sbagliate all'interno della sinistra e del sindacato. Uno dei punti più importanti del suo discorso è stato la critica all'ubriacatura da privato che anche la sinistra ha subito negli ultimi anni. Per Podda si tratta ora di recuperare il tempo perduto, rivalutando in tutti i campi il ruolo del pubblico.
Per quanto riguarda strettamente il pubblico impiego, Carlo Podda ha spiegato che non solo è necessario rivalure un lavoro che è stato perfino sbeffeggiato, ma si tratta di ridargli il suo giusto posto: il lavoro pubblico garantisce i diritti fondamentali delle persone, produce sviluppo, è precondizione dell'insediamento produttivo e dello sviluppo, è frontiera e presidio della legalità.