Manifesto-Studenti di pace in movimento
Studenti di pace in movimento ANNA PIZZO Fortunatamente non va più di moda prendersela con quei "mosci" degli studenti che non occupano le scuole e le università, non manifestano ogni sabato matt...
Studenti di pace in movimento
ANNA PIZZO
Fortunatamente non va più di moda prendersela con quei "mosci" degli studenti che non occupano le scuole e le università, non manifestano ogni sabato mattina e neppure contestano più di tanto i loro presidi che pure, diciamo la verità, se lo meriterebbero. A cominciare dal (nuovo) preside del liceo di Rho a quello da "grande fratello" di Bergamo. Eppure, gli studenti non si sono ritirati a vita privata. Molti si occupano di un sacco di cose e fanno un sacco di cose. Un paio di esempi: il primo ottobre a Milano gli studenti del Cantiere (il nome è già un buon viatico) hanno indetto una manifestazione da largo Cairoli (alle 9,30) dal titolo che può sembrare confuso e invece esprime bene ciò che uno studente oggi probabilmente pensa, fa e perfino è: "Guerra, precarietà e riforma".
Come si fa, infatti, a tenere separato quello che di questi tempi occupa le teste e il cuore di molti - la guerra e gli ostaggi - dalla condizione di precarietà in cui un giovane vive e, dulcis in fundo, dal piano del ministro Moratti per trasformare le scuole e le università in luoghi di produzione (e di sottomissione) di quel precariato? Lo dicono bene quelli del Cantiere: "Siamo studenti, precari e cognitari determinati ad attuare un percorso di produzione di resistenze nello stato di guerra globale permanente che si svela per quello che è con i bombardamenti e i rapimenti in Iraq, e che produce guerra locale che, attraverso controriforme, meccanismi di controllo e precarizzazione, tenta di ingabbiare le nostre vite".
Tutto questo, in un contesto in cui l'Ocse ha di nuovo calato il suo inesorabile giudizio sul sistema scolastico italiano che ha collocato al ventiseiesimo posto sui 30 paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico di cui fanno parte, oltre ai paesi europei, anche Usa, Australia, Canada, Corea e Giappone.
Un secondo esempio: lo scorso 21 settembre, gli studenti dell'Uds hanno approfittato della giornata mondiale per la pace indetta dall'Onu per fare, a modo loro, una vera attività di pace nelle scuole. In molte scuole si sono tenute assemblee, si è tenuto un minuto di silenzio per ricordare le vittime di Beslan, è stato letto l'appello europeo degli studenti, è stato srotolato uno striscione con il titolo della iniziativa della giornata "Liberate la pace" e sono state organizzate raccolte di fondi e materiale per la ricostruzione delle scuole irachene del progetto "Fare futuro, missine Iraq". Nell'appello europeo rivolto agli studenti iracheni si legge, tra l'altro: "Siamo tutti convinti che il solo modo di venir fuori dal circolo vizioso della povertà, dell'oppressione, della violenza e dell'ingiustizia sia l'istruzione, ed è per questo che continueremo a cooperare con voi per la ricostruzione delle scuole in Iraq distrutte dai bombardamenti".
Anche Un Ponte per... ha moltissimi progetti in Iraq che riguardano scuola, università e formazione. Come sappiamo, ci lavoravano Simona e Simona, e molti altri progetti stavano per essere avviati. E' importante che questo spiraglio non si chiuda e anche per questo è partita su iniziativa di persone di associazioni che hanno avuto a che fare con il Ponte una campagna che chiede di iscriversi a Un Ponte per... Ci si può iscrivere tramite il sito: https://www.unponteper.it/chisiamo/form_ e _payment.html.
Ci si può iscrivere tramite conto corrente bancario:
Banca Popolare Etica, conto corrente numero 100790 ABI 5018 CAB 12100
CIN P Ci si può iscrivere tramite conto corrente postale:
conto corrente numero 59927004
In ogni caso, bisogna specificare nella causale: quota associativa.
La quota associativa annuale è di 15,50 euro.