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Manifesto: Statali: contratti a rischio Verso lo sciopero generale

Il governo prepara un emendamento per scongiurare le mobilitazioni

03/11/2006
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il manifesto

Stefano Raiola
I problemi di comunicazione relativi alla legge finanziaria 2007 - per altro candidamente ammessi dallo stesso governo - sembrano lontani dall'aver trovato una soluzione. L'ultimo caso di asimmetria informativa tra l'esecutivo e il resto del paese riguarda il rinnovo del contratto per i lavoratori del pubblico impiego: i sindacati di categoria hanno annunciato ieri di essere pronti a scendere in piazza per chiedere certezze sull'effettivo utilizzo delle risorse per il rinnovo contrattuale del biennio 2006-2007, preoccupati per il ritardo con cui il governo starebbe lavorando all'emendamento necesserio per risolvere la questione. Nello stesso momento però Palazzo Chigi ribadiva che è imminenete la presentazione dell'atteso emendamento alla finanziaria che renderà possibile il rinnovo del contratto degli statali entro il 2007, cosa che scongiurerebbe lo sciopero generale deciso dai sindacati confederali. Un asso nella manica del governo, che però tarda a calare sul tavolo, provocando così la reazione dei dipendenti del pubblico impiego e della scuola.
I segretari generali della Fp Cgil, Carlo Podda, della Cisl Fp Rino Tarelli, della Uil Fpl Carlo Fiordaliso e della Uil Pa Salvatore Bosco, hanno infatti deciso di avviare le procedure per proclamare lo sciopero in tutti i comparti pubblici (sanità, enti locali, stato, enti pubblici non economici, agenzie fiscali, presidenza del consiglio dei ministri).
«Le ragioni per cui si è arrivato a questo - spiega un comunicato congiunto - risiedono nella confusione e nella indeterminatezza dei comportamenti del governo sulla presentazione dell'emendamento che rende esigibili i Ccnl dei lavoratori del pubblico impiego». Tuttavia fonti del ministero dell'innovazione nella P.A hanno assicurato nel pomeriggio di ieri che l'emendamento è pronto per essere presentato aggiungendo inoltre che il termine «ordinatorio» di 40 giorni tra la firma del contratto di lavoro e l'efficacia del contratto, attualmente in vigore, diventa un termine «perentorio». Una ulteriore apertura è arrivata dal sottosegretario all'economia, Nicola Sartor: « Crediamo che basti - ha detto Sartor riferendosi all'emendamento sul pubblico impiego - offriamo certezza nell'assicurare i rinnovi già decisi».
Sul fronte scuola intanto si gioca la stessa partita: i sindacati preoccupati per la scarsità delle risorse destinate al rinnovo del contratto scaduto ormai dal 2005 e il governo che si affida anche qui ad un emendamento attualmente all'esame della commissione bilancio della Camera che secondo il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sarebbe «la chiave di volta per evitare lo sciopero».
In attesa della «chiave di volta» i sindacati hanno comunque attivato le procedure per dichiarare l'agitazione nel settore scolastico. Non sono ancora state definite le modalità che verranno chiarite nei prossimi giorni, ma Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola hanno specificato che l'obiettivo della protesta non riguarda solo i contratti, che sono bloccati della fine dello scorso anno, ma anche le questioni relative al precariato del personale docente e non docente. In particolare, come spiega un comunicato diffuso dal segretario generale federazione lavoratori della conoscenza Cgil, Enrico Panini, si richiedono più posti per le immissioni in ruolo; la cancellazione della norma che prevede il superamento delle graduatorie permanenti; oltre all'abolizione della norma introdotta dal governo Berlusconi che impedisce il riconoscimento degli anni di lavoro effettivamente prestati. «Inoltre - si legge nel comunicato - riproporremmo, assieme alla altre organizzazioni sindacali, il nostro giudizio negativo riguardo la carenza di risorse e strumenti per la scuola dell'autonomia e le negative riduzioni degli organici introdotte nel comparto». Sul tavolo anche la questione dell'utilizzo dei 150 milioni di euro specificamente destinati al rinnovo contrattuale del personale docente a cui il ministero del tesoro continua ad opporsi.


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