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Manifesto: Si taglia tutto tranne l ora di religione

Siamo, insomma, al paradosso di una scuola «laica» che taglia attività formative molto richieste, come il latino, che le famiglie si devono pagare da sole, ma offre un insegnamento confessionale facoltativo che sempre meno persone vogliono, senza garantire una valida alternativa

10/06/2009
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il manifesto

Massimo Redaelli ***
La riforma Gelmini si è abbattuta pesantemente sulle scuole medie, dove un posto di insegnante su dieci è stato tagliato. E i risultati iniziano a vedersi: diversi istituti si sono trovati a dover scegliere se ridurre l'offerta formativa o mantenerla chiedendo un contributo alle famiglie. È il caso, ad esempio, della scuola media Tiepolo di Milano, nella quale i genitori che vogliono il corso di latino per i propri figli (quasi tutti) da quest'anno pagano di tasca loro circa 80 euro. Meno fortunati i genitori della Majno, che ne pagano invece 200. In compenso, in tutte le scuole c'è una materia facoltativa che lo stato garantisce con estrema scrupolosità: l'ora di religione. Dall'asilo alle scuole superiori, i soldi per pagare insegnanti di religione cattolica non mancano mai. Anzi, in tempi di crisi come questi si trovano i fondi per assumerne altri 46 per le sole scuole dell'infanzia di Milano. Laicità e Cassazione richiedono un'alternativa seria a questo insegnamento confessionale. Ma lo stato è in questo molto meno scrupoloso, cosicché spesso per l'ora alternativa mancano i finanziamenti: essa viene apertamente sconsigliata a studenti e genitori, e chi la sceglie si trova a ripassare o a bighellonare per i corridoi. Per aiutare a far chiarezza in questa situazione confusa è nato il progetto «Ora Alternativa» dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti): sul nostro sito internet è possibile sia conoscere i diritti degli studenti, sia consultare materiale a disposizione dei docenti per organizzare attività formative improntate alla laicità. L'ora di religione è d'altronde in difficoltà: nella diocesi di Milano, nel 2006-2007, il 35,87% degli studenti delle superiori hanno scelto di non frequentarla. E nel capoluogo i numeri crescono di molto. La stessa Chiesa inizia a preoccuparsi: pochi mesi fa gli studenti stranieri delle scuole superiori lombarde hanno ricevuto una lettera dalla diocesi che suggeriva l'ora di religione come aiuto per inserirsi nella società italiana. Ed è di questi giorni la reazione scomposta al sondaggio del professor Marani, secondo cui addirittura l'88% dei suoi studenti frequenterebbe un'ora alternativa ben fatta. Siamo, insomma, al paradosso di una scuola «laica» che taglia attività formative molto richieste, come il latino, che le famiglie si devono pagare da sole, ma offre un insegnamento confessionale facoltativo che sempre meno persone vogliono, senza garantire una valida alternativa. *** coordinatore del circolo UAAR di Milano


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