Manifesto-Scuola, tutti i precari scendono in piazza
Scuola, tutti i precari scendono in piazza Manifestazione a Roma per lo sblocco delle assunzioni e la valorizzazione degli insegnanti CINZIA POLINO I docenti precari manifestano oggi a Roma. Il co...
Scuola, tutti i precari scendono in piazza
Manifestazione a Roma per lo sblocco delle assunzioni e la valorizzazione degli insegnanti
CINZIA POLINO
I docenti precari manifestano oggi a Roma. Il concentramento è previsto in piazza Montecitorio per le 10.30, dove giungeranno gruppi di insegnanti da tutta Italia. Il presidio continuerà anche giovedì. All'ingresso dell'ex provveditorato di Milano in via Ripamonti e sui muri dello scantinato dove stanno nominando per le supplenze annuali si leggono volantini che incitano alla partecipazione. Non ci saranno solo i precari che aderiscono ai sindacati di base, Cgil, Cisl e Uil, e di categoria, Snals e Cobas scuola: stavolta a portare in piazza i docenti che hanno dovuto affrontare l'ennesima tappa di una "guerra fra poveri", come viene da più parti definito lo scontro fra insegnanti supplenti di vecchia data e i nuovi precari sfornati dai corsi specializzanti e abilitanti universitari, sono le associazioni dei docenti precari regionali, riuniti nel Miir (movimento interregionale insegnanti precari; sito internet: www.precari.org). Che si sono organizzati in tempi record per portare in piazza la protesta, non solo verso il principale oggetto del contenzioso - i famigerati 18 punti prima assegnati e poi tolti ai precari delle graduatorie permanenti che sono stati reclutati entro il 2001 col vecchio metodo del concorso - ma soprattutto per avere leggi e regole chiare che garantiscano i diritti acquisiti e le immissioni in ruolo dei posti disponibili, bloccate ormai da due anni. Lo scontro quindi non si gioca solo sui punti, ma anche su una legislazione che regoli e valorizzi un'identità professionale troppo spesso bistrattata dai governi. Molti docenti esprimono la consapevolezza che la qualità della scuola stia diminuendo con l'aumentare dei decreti. Così in piazza scenderanno anche per manifestare contro il recente disegno di legge che immette in ruolo i docenti di religione, di fatto dipendenti dello Stato ma reclutati dalle curie, che potranno, una volta giudicati "perdenti posto", passare sulle cattedre di altre materie, attese per anni dai precari. Lo scontro si gioca anche contro la politica dei tagli agli organici, l'abolizione del tempo pieno e l'istituzione del maestro-tutor alle elementari, l'obbligo delle diciotto ore di lezione frontale e infine la facoltà di attribuire ai docenti di ruolo le supplenze. "Non è la solita guerra fra poveri", precisa Marinella Stangherlin, insegnante di lettere che stamattina si è data appuntamento all'ex provveditorato milanese con altre colleghe per preparare la manifestazione. Marinella è riuscita ad avere la nomina per una supplenza annuale prima che il decreto del Tar del Lazio arrivasse a bloccare tutto lo scorso 24 luglio: "Sembra che ci sia un preciso intento di invalidare le graduatorie permanenti a tutto favore dei docenti precari abilitati con i corsi Siss".
La riunione di ieri con i sindacati confederali ha portato allo sblocco delle nomine annuali, e ciascun provveditorato ha facoltà di procedere fino al nove agosto. La questione è che con due anni di supplenza un insegnante può accumulare al massimo 24 punti, mentre alla fine dei corsi Siss (che durano due anni) chi si abilita ottiene 30 punti. Per questo, dopo una consultazione con le organizzazioni dei lavoratori, ad aprile un decreto del ministero ha stabilito l'assegnazione ai precari di vecchia data di 18 punti.
Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola afferma che "è grave che, mentre si legge dell'intenzione dei partiti della maggioranza di presentare a settembre un disegno di legge sul precariato, nulla dicano il ministro e il governo circa gli impegni e i contenuti che dovrebbero caratterizzare questo provvedimento". E in un comunicato chiede la convocazione urgente dei sindacati per aprire un confronto. Gli fa eco Accarini (Ds), che propone di sbloccare le assunzioni immettendo in ruolo ogni anno il 70% dei posti vacanti, introducendo una riserva del 50% dei posti messi a concorso ordinario per gli abilitati con i corsi universitari e raddoppiando la valutazione dei servizi nelle scuole statali per riequilibrare la collocazione nelle graduatorie dei precari storici.