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Manifesto-Scuola, tagliate tremila cattedre. Per adesso

Scuola, tagliate tremila cattedre. Per adesso I sindacati contro la circolare del ministro Moratti sul personale. E il 26 sciopero nazionale CINZIA GUBBINI ROMA Tremila cattedre in meno per il p...

24/03/2004
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il manifesto

Scuola, tagliate tremila cattedre. Per adesso
I sindacati contro la circolare del ministro Moratti sul personale. E il 26 sciopero nazionale
CINZIA GUBBINI
ROMA
Tremila cattedre in meno per il prossimo anno scolastico. Questo, almeno, il dato reso noto dallo Snals che ha chiesto un tavolo concertativo "speciale" con il ministero sugli organici, nonostante il confronto continui anche con gli altri sindacati. Ma sui numeri dati dal sindacato di Fedele Ricciato non sono tutti d'accordo. Ricciato spiega: "la finanziaria 2002 prevedeva un taglio di 5.085 cattedre, la riforma finanzia 2.900 posti. La differenza fa tremila". Ma quali sono questi 2.900 posti finanziati dalla riforma? Duemila sono quelli previsti per gli anticipi scolastici che, però, pare siano stati un bel flop. 900 riguardano l'introduzione generalizzata della lingua inglese alle elementari, anche se la circolare precisa che le assunzioni di insegnanti di inglese potranno essere solo residuali (se, per esempio, l'insegnante di italiano non sa l'inglese) in ragione di uno ogni 6 o 7 classi. Nel suo comunicato il segretario dello Snals spiega la ripartizione dei tagli: 2.200 alle elementari, 591 alle medie, 2.513 alle superiori. Punto dolente quello dei posti di sostegno il cui taglio è rimasto di 800 posti.

Per inquadrare la situazione occorre ricordare lo stallo delle assunzioni e i due anni passati, caratterizzati da pesanti riduzioni: "circa 8 mila posti nel 2002 e 12 mila nel 2003", dice Enrico Panini segretario della Cgil scuola, secondo cui nel calcolo vanno comunque conteggiate "la mancanza delle istituzioni delle classi a tempo pieno, la cui richiesta è letteralmente esplosa quest'anno e l'aumento delle iscrizioni". Ma il ministero dell'istruzione offre una versione opposta: le iscrizioni scolastiche sarebbero diminuite. "Questi dati non ci convincono - dice Piera Formilli della Cisl - non capiamo per quale motivo il ministero continui a basarsi su previsione invece di fare un conteggio effettivo delle iscrizioni, che si sono concluse a dicembre". A ciò si aggiunge la situazione della scuola dell'infanzia, che da anni richiede un'iniezione di cattedre, che tardano ad arrivare, nonostante la riforma Moratti assicuri una sua generalizzazione. Tuttavia è vero che, alla luce della riforma, le cose potevano andare peggio; ma è come la calma prima della tempesta. In parte il peggio è stato arginato dalla riconferma degli organici per un anno nel primo decreto attuativo, strappato dall'enorme protesta di insegnanti e genitori, ma poi? Nel frattempo Cgil, Cisl e Uil rilanciano lo sciopero indetto per il 26 marzo, nell'ambito dello sciopero generale dei confederali contro la riforma delle pensioni "e se il ministro non darà risposte chiare - dice Panini - la lotta continuerà, fino a una giornata di protesta unitaria tra scuola e università".

E i numeri forniti dal ministero cominciano ad alzare la polemica anche in ambito locale. Le regioni non sono affatto d'accordo sulla distribuzione dei posti di docenza, effettuati con criteri statistici un po' stitici. Ieri ha alzato la voce il presidente della regione Emilia Romagna, Errani, che chiede un tavolo nazionale in cui ridefinire i criteri per il riparto del personale scolastico: dalle prime attribuzioni in Emilia Romagna scende di 372 unità il numero dei docenti mentre la crescita degli alunni, senza calcolare le richieste di tempo pieno nelle elementari, è di 9.632


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