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Manifesto: Scuola, ritorno agli esami di riparazione? Sì ma non quest'anno

Il ministro Gelmini si dice «non contraria» e annuncia «interventi rapidi e correttivi sulle rigidità» di Fioroni. E in commissione cultura si pensa al modello inglese

04/06/2008
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il manifesto

Stefano Milani

Alla fine tutto resterà com'è. Per la gioia di professori e studenti. I primi allarmati dalla nuova circolare sugli scrutini che avrebbe dovuto apportare modifiche alla circolare ministeriale 92 causando un vero e proprio tsunami nei collegi docenti con l'anno scolastico agli sgoccioli. I secondi impauriti dalla reintroduzione del temibile esame di riparazione a settembre. Per fugare ogni dubbio e far tirare un sospiro di sollievo a tutti ci ha pensato, in serata, una nota ministeriale che sui debiti formativi precisa: «Secondo l'ipotesi al vaglio del Ministero, questi dovranno essere recuperati entro il 31 agosto 2008. Le iniziative di recupero e la loro valutazione dovranno comunque concludersi entro la data di inizio delle lezioni».
Il neoministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini da quando si è insediata negli uffici di viale Trastevere ha sempre preferito mantenere un profilo basso. Proclami col contagocce e tante tavole rotonde con gli addetti ai lavori. Ieri però ha rotto gli indugi regalando qualche timida anticipazione su come sarà la scuola targata Pdl. In particolare sugli esami di riparazione il ministro ha annunciato: «Non sono contraria alla loro reintroduzione». Una doppia negazione che però non significa esserne favorevole, perciò la patata bollente passerà «alle commissioni di camera e senato e poi attraverso un confronto con i protagonisti della scuola».
Per ora sulla questione dei debiti formativi la Gelmini sta pensando ad una circolare «che vada a correggere alcune rigidità previste dal ministro Fioroni, ma mantenendo il concetto della necessità colmare i debiti entro l'anno». Il ministro non ha in mente una vera e propria riforma della scuola, ma pensa ad interventi «per via amministrativa». Tra una settimana illustrerà al Parlamento le sue linee guida, ma non si arroccherà sulle sue posizioni, o almeno così promette. «Mi auguro - ha aggiunto - che un tema così delicato come quello della scuola potrà essere affrontato senza cadere in uno scontro politico, ideologico che non aiuta a risolvere i problemi. Valuteremo insieme ovviamente con tutta la coalizione di centrodestra, ma anche con l'opposizione».
Parole che sono musica per il centrosinistra. «Sono segnali che apprezzo e che mi aspettavo, - ha detto il ministro ombra all'istruzione Maria Pia Garavaglia - mi sembra una forma di rispetto nei confronti della scuola». Positivo anche il commento delle varie associazioni dei genitori, dei presidi e degli operatori del settore, mentre a frenare sono gli studenti. Sull'ipotesi della reintroduzione dell'esame di riparazione, si tratterebbe, secondo l'Uds, «di un ritorno al passato che rischia solo di essere un incentivo per le lezioni private. Ovviamente gli studenti sono obbligati a recuperare i propri debiti formativi, ma la scuola deve soprattutto garantire i corsi di recupero gratuiti».
Ma se il ministro Gelmini continua a prediligere la cautela, c'è chi nel Pdl ha le idee molto chiare. Una proposta di legge composta da 22 articoli è già stata presentata lo scorso 12 maggio alla camera da Valentina Aprea, attuale presidente della commissione cultura ed ex sottosegretario all'Istruzione durante la gestione Moratti, che guarda al modello scolastico inglese dove lo stato svolge «un'azione più di guida e di controllo che di gestione». Che vorrebbe dire: scuole gestite da consigli di amministrazione, possibilità per gli stessi istituti di trasformarsi in fondazioni nonché di aver partner pubblici e privati che le sostengano, introduzione di una carriera, articolata in tre livelli, per gli insegnanti. Insomma, altro che reintroduzione degli esami di riparazione.


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