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Manifesto-Scuola Letizia

Scuola Letizia La minaccia La Moratti rassicura i ciellini e promette: "La parità scolastica è un impegno del governo. La attueremo in questa legislatura" IAIA VANTAGGIATO Avvio tranquillo dell'...

21/08/2002
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il manifesto

Scuola Letizia
La minaccia La Moratti rassicura i ciellini e promette: "La parità scolastica è un impegno del governo. La attueremo in questa legislatura"
IAIA VANTAGGIATO
Avvio tranquillo dell'anno scolastico, sperimentazione in dirittura d'arrivo e nuovi investimenti già assicurati, per scuola e università. Queste - nell'ordine - le ottimistiche previsioni di Letizia Moratti che, al meeting di Rimini, dà il meglio di sé. Cioè sorride, rassicura, si lascia lusingare dall'entusiasmo interessato del popolo dei ciellini e promette: "Sulla parità scolastica c'è un impegno preciso del governo. E intendiamo attuarlo in questa legislatura". Il messaggio è chiaro e la libertà di scelta delle famiglie è salva. Come anche, e soprattutto, gli interessi dei privati. E in una atmosfera ecumenica come quella di Rimini tutto diventa possibile: soprattutto il dialogo cristiano. E' ai centristi - per primi - che Moratti tende la mano e allarga il sorriso. E dopo lo schiaffo ricevuto dal consiglio dei ministri, abbozza e porge l'altra guancia: "Il governo lavora e lavorerà insieme e si troverà facilmente l'accordo su tutto". Altro che rimpasto. Ci pensi meglio il capogruppo dell'Udc alla camera, Luca Volontè, quando si lascia scappare le sue perplessità sull'avvio della sperimentazione nella scuola elementare. Moratti lo rispetta come rispetta "la posizione di ogni interlocutore". La lezione di Tremonti e Giovanardi - che l'avevano accusata di scavalcare il parlamento - evidentemente è servita. Moratti ha capito: "E' assolutamente normale che esista una dialettica interna alla maggioranza".

Ma Cielle fa miracoli e la mano si tende anche verso i sindacati che - meno ottimisti di Moratti - preannunciano un inizio incandescente di anno scolastico: non sono previsioni le loro ma veri e propri bollettini di guerra. A cominciare dallo sciopero con cui verrà inaugurato l'anno scolastico in Lombardia. "Il nostro dialogo con i sindacati è intenso" rassicura di nuovo la ministra. E per una volta bisogna crederle perché dal contratto degli insegnanti al concorso per i presidi le questioni sul tappeto restano aperte.

Il blocco delle assunzioni in ruolo, per esempio: a settembre saranno solo i supplenti ad entrare in classe e quanti aspirano ad occupare le cattedre vacanti (solo a Roma e provincia sono circa 4mila) potranno contare soltanto sulle nomine annuali e sulle supplenze temporanee. Ma anche le "presidenze fantasma":in ritardo da oltre un anno il concorso per dirigenti scolastici non è stato ancora bandito. Una scuola su tre resterà dunque senza un preside titolare e dei 4mila posti disponibili - qualora venisse emesso il bando di concorso - ne verranno "stanziati" solo la metà.

Ci sono poi gli organi collegiali la cui riforma - approvato dalla commissione cultura lo scorso febbraio - non è ancora arrivata alla camera. Ma il nodo più scabroso riguarda il blocco delle trattative per il rinnovo del contratto della scuola. Un contratto che riguarda circa un milione tra insegnanti e personale Ata e per il quale i sindacati chiedono il rispetto degli impegni di investimenti aggiuntivi già annunciati dal governo.

La materia scotta e Moratti se ne libera come di una patata bollente: viale Trastevere ha già fatto il suo dovere fornendo alla Funzione pubblica i principi generali. La patata passa così alla Funzione pubblica che dovrà a sua volta attivare il contratto attraverso l'Aran, l'agenzia governativa che si occupa di contratti pubblici. Il rimpallo potrebbe non finire mai. Nel frattempo donna Letizia si dichiara innocente eil personale docente tecnico-amministrativo attende. Ce n'è a sufficienza, insomma, per dialogare con i sindacati. In tutto conciliante, Moratti ha anche accolto l'allarme lanciato sull'università e la ricerca dal leader di Comunione e liberazione, Giancarlo Cesana, cui risponde con il già noto impegno della maggioranza: come al solito si parla di progetti, ma val la pena ricordare che la Casa delle libertà ha previsto un piano triennale di investimenti per la ricerca stimato in 14 miliardi di euro. Meno male che a Rimini non c'era Tremonti.


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