Manifesto: Scuola, l'Ulivo lombardo insidia Fioroni
Che l'obbligo di istruzione possa essere assolto anche nei corsi di formazione professionale triennali delle regioni. E' questo il sogno dell'Ulivo lombardo
Cinzia Gubbini
Che l'obbligo di istruzione possa essere assolto anche nei corsi di formazione professionale triennali delle regioni. E' questo il sogno dell'Ulivo lombardo, impegnato da mesi a discutere il progetto di legge sull'istruzione e formazione del governatore Formigoni. O, almeno, è il sogno di due consiglieri: Sara Valmaggi, Ds e Carlo Spreafico, Margherita. Tanto che i due hanno hanno scritto una lettera al ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni. Oggetto della missiva, un discreto invito a dare una mano cosicché il dibattito in Lombardia possa andare più spedito e possa anche essere più «condiviso».
Come? «Riteniamo necessario - scrivono i due consiglieri - anche per agevolare una coerente e condivisa definizione della nuova legge regionale sul riordino del sistema di istruzione e formazione professionale, che nel regolamento ministeriale sull'obbligo di istruzione sia prevista non in forma transitoria ma sperimentale la continuazione dei percorsi triennali». Dal profondo nord i due consiglieri ulivisti chiedono udienza a Roma affinché il ministero cambi il regolamento ministeriale sull'obbligo di istruzione - attualmente in discussione presso il Consiglio nazionale della pubblica istruzione - così da renderlo più affine alla legge lombarda.
Peccato che la lettera sia finita nelle mani della Flc-Cgil, che ieri l'ha «sparata» sul suo sito con un titolo che è tutto un programma: «In Lombardia siamo al mercatino dei diritti».
Sull'obbligo scolastico è in corso da anni una battaglia. La riforma Moratti lo abbassò a 15 anni, sostituì la formula «obbligo scolastico» con «diritto-dovere» e stabilì che esso poteva essere assolto anche nei corsi regionali. Con la finanziaria 2007 il ministro Fioroni ha innalzato l'obbligo di nuovo a 16 anni e ha specificato che l'assolvimento nei corsi professionali rimane in via «transitoria». Termine che una parte della sinistra difende con le unghie e con i denti. «Transitorio» significa che prima o poi verrà cambiato, tornando nell'alveo del canale dell'istruzione dove è sempre stato. Ma la querelle a sinistra è aperta. E la lettera dei consiglieri lombardi rappresenta un vero e proprio coming out: alcune anime dell'Ulivo trovano giusto che i corsi regionali siano stesse sullo stesso piano delle scuole nazionali. Proprio quello che prevede la riforma Formigoni. E se non cambia il regolamento nazionale, quella legge potrebbe entrare in contraddizione con il quadro nazionale.
Carlo Spreafico rivendica pienamente la sua azione: «Chiaro che non ho alcun titolo per suggerire cosa inserire nel regolamento nazionale, ma penso che sarebbe un gran bene per tutti. Quel termine "transitorio" rappresenta un'incertezza per migliaia di famiglie. Vediamo se funziona, e poi si deciderà». Lui pensa che funzioni: «In Lombardia ci sono già 30 mila ragazzi che ogni anno scelgono i corsi professional, e altri 15 mila chiedono di entrare. Pensare a loro è una cosa molto di sinistra». Ma questo significa che l'Ulivo voterà la riforma di Formigoni, presentata come la nascita della «scuola lombarda»? «Da allora molto è cambiato, grazie a un dibattito serrato in commissione - puntualizza Spreafico - e comunque non credo proprio che arriveremo a un voto a favore. Si sta ancora discutendo». Vada come vada, la polemica è ormai aperta. Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil, ci va giù duro: «Quella lettera grida vendetta - dice - siamo di fronte al tentativo di creare venti scuole differenti. Pensare che l'obbligo all'istruzione, da sempre un valore di sinistra, possa diventare merce di scambio è inaccettabile».