Manifesto/Scuola, i precari in piazza
Scuola, i precari in piazza Sabato a Roma: chiediano una risposta prima che riparta la confusione delle graduatorie CINZIA GUBBINI ROMA Se qualcuno si era dimenticato di loro, è ora di rinfresc...
Scuola, i precari in piazza
Sabato a Roma: chiediano una risposta prima che riparta la confusione delle graduatorie
CINZIA GUBBINI
ROMA
Se qualcuno si era dimenticato di loro, è ora di rinfrescarsi le idee. I cosiddetti precari storici della scuola, hanno deciso di tornare a farsi sentire. Per mesi, dall'estate scorsa, hanno aspettato. Pazientemente. Per esempio che la Presidenza del consiglio emanasse il decreto che era stato promesso per riequilibrare il gran caos delle graduatorie scolastiche. Un vero e proprio vaso di Pandora, che a aprile dovrà essere riaperto per procedere alle assegnazioni delle cattedre. Prima che sia troppo tardi, quindi, i precari hanno deciso di tornare a manifestare: sabato 14 alle 15 l'appuntamento è davanti al senato. La scorsa estate i cosiddetti "precari storici" finirono sotto i riflettori, e sulle piazze reali e virtuali si rivelò una vera e propria "guerra tra poveri": da una parte insegnanti abilitati, con anni di servizio sulle spalle ma ancora legati a supplenze saltuarie, dall'altra gli specializzandi delle Ssis, freschi di corsi postlaurea che dovevano garantirgli un posto di lavoro sicuro nella scuola. Cosa è cambiato da allora? Da un lato, un bel nulla. Dall'altro, il finimondo. Il finimondo perché un'ennesima sentenza amministrativa ha annullato la decisione dell'esecutivo di consegnare 18 punti in più ai precari storici, così da riequilibrare le graduatorie, distorte dall'inserimento massiccio di sissini che avevano scavalcato i precari. La sentenza era attesa, visto che i 18 punti erano stati consegnati senza alcuna legiferazione, come caduti dal nulla. Infatti il Consiglio di stato ha recentemente confermato la decisione del Tar. Intanto, la maggioranza ha preparato un disegno di legge (invece del decreto), e qui arriviamo al fatto che non è successo nulla. Perché il ddl dovrebbe essere approvato a giorni dal senato, ma intanto se n'è filato via un anno.
Per questo i precari storici annunciano di voler riaprire le danze. Scenderanno in piazza per chiedere "una soluzione vera", che comunque passa per la richiesta di smetterla con i tagli del personale e riaprire le assunzioni, come per la protesta nei confronti della riforma Moratti, basata sul risparmio. Ai precari storici non piace il ddl in discussione, come anche ai sissini. Insomma, non accontenta nessuno. Questo disegno di legge è l'ennesima giravolta della maggioranza nel magma delle graduatorie: dal 2001 l'assegnazione dei punteggi è cambiata ben sei volte. Per questa partita si prevede sostanzialmente: l'assegnazione di sei punti aggiuntivi ai precari storici e la modifica della valutazione dei titoli, che prima venivano valutati con un minimo di 12 e un massimo di 36; ora saranno valutati con un minimo di 4 e un massimo di 12. Quest'ultimo provvedimento mira a calmierare la distanza tra i precari passati per i concorsi, e valutati in base alle prove d'esame, e i sissini, valutati per metà in base al voto d'esame e per metà in base ai curriculum. I sissini, infatti, finiscono sempre per avere voti mediamente più alti e guadagnano più punti.
Secondo i precari storici i sei punti in più "sono briciole" e non serviranno a evitare gli scavalcamenti, e per quanto riguarda la nuova valutazione dei titoli, sostengono che nelle graduatorie in cui non c'è presenza di sissini questo cambiamento potrebbe creare ulteriori sconvolgimenti di cui non si sente il bisogno. Ma a monte della protesta, c'è la promessa non mantenuta di risolvere velocemente la faccenda attraverso un decreto legge, che avrebbe reso tutto più veloce.
Ora, nei corridoi, si vocifera della possibilità che una volta finita la discussione in senato, il governo emani un decreto. "Altrimenti - spiega Luciano Liyoi della Cgil scuola - non ci sarebbero i tempi: il testo prevede cambiamenti che comporteranno una revisione completa della terza fascia. Se la discussione deve proseguire alla camera, arriverà in ritardo".
Cosa ne pensa l'opposizione? Maria Chiara Acciarini, deputata dei Ds, preferirebbe che il testo fosse discusso dal parlamento "e che la maggioranza prenda impegni di fronte alle camere". Per quanto riguarda il contenuto del ddl, Acciarini taglia corto: "è solo una circolare sui punti, non un vero disegno politico". "La verità - aggiunge - è che non si può risolvere il problema del precariato se prima non si predispone un serio e veritiero programma di assunzioni. Quest'anno abbiamo avuto 100 mila cattedre vacanti, coperte con le supplenze e da due anni le assunzioni sono ferme. Questo dovrebbe essere il primo passo da fare".