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Manifesto-Scuola: "E adesso sciopero generale"

Scuola: "E adesso sciopero generale" Scuole materne, elementari, medie e università. In migliaia protestano, a Roma, contro la riforma della formazione e della ricerca. Dai coordinamenti di base an...

17/05/2004
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il manifesto

Scuola: "E adesso sciopero generale"
Scuole materne, elementari, medie e università. In migliaia protestano, a Roma, contro la riforma della formazione e della ricerca. Dai coordinamenti di base anche un appello ai sindacati: "Nessuna trattativa ma ritiro immediato"
CINZIA GUBBINI
LUCA TANCREDI BARONE
Regalino di fine anno per il ministro dell'istruzione Letizia Moratti. Un po' come si usava fare una volta alle scuole elementari con la maestra. E' questo lo spirito con cui i Coordinamenti per la difesa del tempo pieno hanno deciso di scendere di nuovo in piazza ieri, a Roma, per protestare contro la riforma: un segnale dell'esistenza e della persistenza di un movimento di base che va dalla scuola dell'infanzia all'università. Ma anche un arrivederci a settembre. Certo non una manifestazione oceanica anche a causa delle molte resistenze a scendere in piazza per la quarta volta in meno di un anno e - perdipiù - con le macchine dei partiti tutte prese dalla campagna elettorale. In effetti i numeri non sono stati quelli a cui ci ha abituato il movimento di resistenza alla riforma, ma i Coordinamenti incassano comunque i loro risultati. Prima di tutto l'adesione amplissima - dall'Udeur a Rifondazione, dalla Cisl e diverse sigle e associazioni - ad una piattaforma che pure resta indigesta a molti perché punta all'abrogazione della riforma "senza se e senza ma". "E' la prima volta - dice Marzia Mascagni, del Coordinamento per la difesa del tempo pieno di Bologna - che insieme a quanti si sono mobilitati dal basso, ci sono anche forze politiche e sindacali. Noi chiediamo che il loro sia un impegno serio: non vogliamo trattare sulla riforma Moratti".

La questione dell'abrogazione diventa discriminante. E la Cgil si schiera senza mezzi termini: lo dicono sia Guglielmo Epifani, presente ieri alla manifestazione, che il segretario della Cgil scuola Enrico Panini: "E' ora - dice Panini - di riaprire un confronto vero sulle politiche di scuola e università". Mentre Rutelli, ieri impegnato a Sulmona, si limita a dire: "La nostra linea è quella di essere al servizio della scuola pubblica e fare i miglioramenti necessari". Non una parola di più. Non entra in tema neanche Piero Fassino, accompagnato da una smagliante Lilli Gruber in piena campagna elettorale.

Le scuole, però, dal palco chiedono un nuovo impegno: lo sciopero unitario contro la riforma. Secondo Piero Bernocchi, protavoce dei Cobas, la manifestazione di ieri segna una nuova alleanza tra scuola e cittadini.

Intanto, i Coordinamenti sottolineano la vittoria dell'allargamento del fronte, con l'entrata ufficiale degli universitari (per la verità, ieri, un po' pochini). Alcuni di loro hanno contestato Fassino: "L'Ulivo non ha aderito in massa perché in fondo la riforma Moratti è in continiuità con quanto fatto dal centrosinistra", è il giudizio lapidario di Andrea Capocci, della rete nazionale dei ricercatori precari, il cui slogan merita di essere riportato: "Chi ci vuole precari, ci vuole mercenari".

Gli insegnanti, intanto, sono impegnatissimi sul fronte interno dei collegi docenti: il loro tentativo è quello di impedire ai dirigenti di nominare tutor o adottare i libri di testo riscritti in base alle Indicazioni nazionali. I programmi, dopo la marcia indietro del ministro sull'evoluzionismo, sono uno dei loro argomenti preferiti: "Ma chi li ha scritti questi programmi, quattro amici al bar?", chiede un insegnante di educazione tecnica, praticamente una specie in via di estinzione visto che la riforma ha decurtato drasticamente le ore dedicate a questa materia. Una bella sorpresa la presenza massiccia di Napoli e dintorni: "Il nostro coordinamento ha iniziato a lavorare da due mesi - spiega una mamma di San Giorgio a Cremano - intanto abbiamo fatto approvare un documento dalla giunta contro la riforma". Presente, in fascia tricolore, anche un consigliere comunale. Intanto sfilano decine di striscioni che raccontano dei viaggi per arrivare a Roma: Genova, Chianciano, Pisa, Firenze, Venezia, Verona... "C'è un movimento radicato, ora il nostro impegno deve spostarsi sui contenuti: attraverso l'intreccio di pratiche politiche stiamo costruendo un nuovo modello dell'istruzione che è elemento strutturante della cittadinanza", osserva Titti De Simone, deputata di Rfiondazione comunista.


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