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Manifesto-Scuola da "Quarto stato"? No grazie

ISTRUZIONE Scuola da "Quarto stato"? No grazie Precari, insegnanti di ruolo e non docenti contro la riforma Moratti FEDERICO SALLUSTI ROMA La scuola pubblica italiana arranca fra mille promess...

22/05/2004
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il manifesto

ISTRUZIONE
Scuola da "Quarto stato"? No grazie
Precari, insegnanti di ruolo e non docenti contro la riforma Moratti
FEDERICO SALLUSTI
ROMA
La scuola pubblica italiana arranca fra mille promesse e poche certezze, fra tagli travestiti da novità e lifting rabberciati per dare una sembianza di modernità. I dipendenti della pubblica istruzione scorrevano durante il corteo assieme ai loro striscioni imploranti la salvaguardia della scuola, della possibilità di accesso alla cultura e della qualità a disposizione di tutti. Il timore diffuso fra i manifestanti è che il governo Berlusconi, lentamente ma inesorabilmente, stia portando a termine un disegno per "screditare la scuola pubblica e lasciare la porta spalancata ai privati, soprattutto nell'istruzione primaria", come tuona un'insegnante livornese. L'immagine della ministra Letizia Moratti campeggia su decine di cartelli, quando in caricatura, quando cerchiata dal simbolo di divieto, come un pericolo da scongiurare. Muovendoci all'interno del corteo scopriamo vecchi disagi e nuove convinzioni. I precari che attendono per anni una cattedra, come ci spiega una supplente di Torino. "Sono tre anni che vige il blocco delle assunzioni - ci dice - e pur avendo superato l'abilitazione, non mi viene riconosciuto il diritto a passare di ruolo". Curiosità: l'unico concorso è stato fatto per gli insegnanti di religione, assunti dallo stato e suoi dipendenti a tutti gli effetti, salvo essere "monitorati" dall'autorità religiosa. L'accorpamento delle classi, infatti, oltre che peggiorare notevolmente la qualità della proposta educativa (soprattutto nell'istruzione primaria), ha ridotto il numero di insegnanti necessari a coprire l'offerta formativa. E quindi niente assunzioni per nuovi docenti di ruolo in sostituzione di quelli che vanno in pensione. Questo fenomeno, oltretutto, è generalizzato e riguarda anche il personale non docente, come fa notare un collaboratore scolastico di Benevento.

Un insegnante di Biella, militante Cgil, lamenta la difficoltà di riproporre la stessa offerta formativa anche per il prossimo anno perché "il personale diminuisce sempre di più". La riforma Moratti introdurrebbe, in ossequio all'esempio degli istituti privati, la figura di un tutor, che avrebbe il compito di mediare fra scuola e genitori, in sostituzione dei consigli di classe. "Peccato che una figura di questo tipo non sia prevista nel contratto - continua - e che non si stanzino i soldi per finanziare i corsi di formazione ad hoc millantati dalla ministra". Moratti che, se non bastasse, si starebbe concedendo "escursioni extra delega nel decreto applicativo della legge 53 del 2003".

Tra gli argomenti più sentiti c'è infine la questione relativa alla riforma dei percorsi formativi. Un insegnante di Grosseto teme che la scuola media possa diventare "un parcheggio in vista di un sistema duale, che impone ai ragazzi una scelta precoce, precludendo loro, di fatto, la possibilità di cambiare idea". Questo rappresenterebbe il passo decisivo verso un sistema scolastico caratterizzato da percorsi rigidi, che istituzionalizzerebbero le differenze di natura socio economica fra le varie realtà in cui vivono i ragazzi.

"La scuola pubblica è in pericolo" urla un'insegnante, indicando il cartello che indossa. "Difendiamola" le risponde uno striscione. Sull'erba è stesa una bandiera che raffigura il celebre dipinto "Quarto stato", sopra alla quale riposa un cappellino rosso con la scritta "Cgil scuola". Il segretario Flc-Cgil Panini avverte: "Se non ci saranno risposte, l'iniziativa continuerà con forte determinazione".


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