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Manifesto: Scuola: «Bene il dietrofront, ma sul maestro unico non cedo»

MIMMO PANTALEO Parla il segretario dell'Flc-Cgil

13/12/2008
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il manifesto

Eleonora Martini
ROMA
È soddisfatto Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, della giornata di ieri. Ha partecipato alla manifestazione di Messina che «è andata molto bene, nonostante la pioggia che ha isolato alcuni comuni siciliani impedendo in molti casi la partecipazione». E più in generale, malgrado non siano stati raggiunti i livelli di adesione del 30 ottobre scorso - «impossibili, dopo mesi di mobilitazioni» - «in tutte le manifestazioni d'Italia abbiamo registrato una buona presenza di Rsu, insegnanti e personale tecnico scolastico».
Dopo la retromarcia della ministra Gelmini - che lei nega accusando invece la sinistra di aver messo su una grande opera ingegneristica di mistificazione - era forse meno scottante la necessità di scendere in piazza?
No, anzi. Perché va assolutamente chiarito che quello di giovedì non era un verbale sottoscritto dai sindacati, non era un'intesa, ma solo il punto di vista che il governo ci ha presentato. I ministri Gelmini, Brunetta e Sacconi ci hanno ascoltato dopo averci illustrato le linee guida del piano programmatico della legge 133. Per noi è un punto di partenza, e va registrato che finalmente si è avviato un confronto col governo che su questo ha dovuto fare retromarcia: fino a qualche tempo fa dicevano che con il sindacato non si discuteva, che eravamo conservatori perché ci opponevano alle riforme del governo. È una svolta, frutto delle grandi mobilitazioni dei mesi scorsi.
Nel merito, cosa hanno concesso?
Sulla scuola dell'infanzia abbiamo ottenuto sicuramente un risultato, con il mantenimento del modulo alle 40 ore garantito da due insegnanti. Positivo anche il congelamento dell'incremento del numero massimo di alunni per classe che per il governo avrebbe dovuto salire a 33. Buono anche che sulla scuola secondaria, inferiore e superiore, tutto entri in vigore nel 2010.
Sì, ma l'impianto della riforma delle secondarie non è cambiato. O no?
Vedremo, perché su questo il governo si è impegnato ad aprire un confronto. Naturalmente, come ha annunciato anche Gelmini, il confronto deve essere preventivo all'emanazione dei regolamenti. Sui quali il governo è in crisi: la riforma è stata rinviata non perché si è voluto dare del tempo alle famiglie per orientarsi, ma perché si sono resi conto che avrebbero provocato solo scossoni a tutto il sistema scolastico e un'ulteriore fase di incertezza. Non è, quindi, un semplice slittamento della riforma ma l'apertura di una fase di discussione approfondita su un pezzo delicato del sistema scolastico.
Su cosa invece non siete d'accordo?
Sulla primaria, e l'abbiamo detto in maniera chiara e forte. Perché noi siamo contro il superamento del modulo, che è stato abolito togliendo la compresenza delle insegnanti. La ministra Gelmini l'ha detto chiaramente: c'è un maestro prevalente a cui se ne aggiungerà un altro per completare il tempo ore. La scelta delle famiglie si limiterà solo a questo, a decidere sul tempo scuola a cui iscrivere il proprio figlio: se di 27, 30 o 40 ore.
Ma questo significa annullare completamente il modello pedagogico su cui si fonda l'attuale didattica delle primarie.
Sì, e questo è esattamente il problema. Così si smantella il modulo, che è il modello pedagogico didattico che è stato uno dei punti qualitativi della scuola primaria, invidiato da tutto il mondo. E deve essere chiaro che l'Flc-Cgil è contraria.
Gli altri sindacati non sono così contrari.
Io rispondo per me, non so da cosa gli altri sindacati abbiano ricavato il fatto che il modulo viene salvaguardato.
E i tagli della finanziaria rimangono o no?
Certo che rimangono, ed è l'altro punto di contraddizione. Sono tagli che agiscono soprattutto sulla primaria e su questo punto soprattutto Gianni Letta è sembrato voler aprire dei margini di discussione.
Che ruolo ha il sottosegretario Letta, in questa faccenda?
Credo che, come chiedevamo noi, questa partita l'abbia presa in mano direttamente la Presidenza del consiglio.
Cosa farete ora?
Proseguiremo con le iniziative e non ci fermeremo certo ora. Perché con questo governo io voglio vedere i fatti, prima di cantare vittoria. Anche se non c'è dubbio che avendo acquisito alcuni risultati, oggi abbiamo anche molti motivi in più per proseguire la lotta perché tutto ciò dimostra che noi avevamo ragione.


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