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Manifesto- Scuola, avviata la sperimentazione

Scuola, avviata la sperimentazione Pronti a partire duecentocinquanta istituti statali e paritari. Con un unico obiettivo: verificare l'ipotesi di riforma Caro Tremonti Ai tagli della ...

01/10/2002
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il manifesto

Scuola, avviata la sperimentazione
Pronti a partire duecentocinquanta istituti statali e paritari. Con un unico obiettivo: verificare l'ipotesi di riforma
Caro Tremonti Ai tagli della finanziaria, Moratti risponde con la sperimentazioni. Duro il parere di Cgil e Cobas
IAIA VANTAGGIATO
Letizia Moratti incassa l'ennesimo colpo, non batte ciglio e fa buon viso a cattivo gioco. La Finanziaria ha sferrato, infatti, un colpo mortale contro la scuola, allontanando definitivamente qualsiasi ipotesi di riforma e ridicolizzando una sperimentazione presentata ieri in pompa magna ma avviata in modo pasticciato. Duecentocinquanta istituti statali e paritari sarebbero pronti - stando alle comunicazioni pervenute dagli uffici scolastici regionali - ad attuare progetti sperimentali nella scuola dell'infanzia e nella prima classe delle elementari: 48 nel nord-ovest, 46 nel nord-est, 64 al Centro, 53 al Sud e 39 nelle Isole. Le scuole aderenti al progetto realizzeranno la sperimentazione sulla base di linee guida definite "indicazioni nazionali", con "ampia flessibilità didattica e organizzative e secondo le prerogative dell'autonomia scolastica". Il che - va detto - non costituisce proprio una novità. Di nuovo, invece, c'è l'attivazione di una task-force di sostegno: ma tanto, si sa, l'aria di guerra tira ormai dovunque. La sperimentazione - ribadiscono intanto da viale Trastevere - è stata avviata con l'ottimistico obiettivo di accompagnare il progetto di riforma attualmente all'esame del Parlamento. Un progetto che - oltre alle durissime critiche di opposizione e sindacati - fronteggia da oltre un anno i continui affondi di un testardo Tremonti. Che ossessivamente ripete: "Non c'è una lira".

Dimentica della sua passata esperienza imprenditoriale - alla quale qualcuno dice ambirebbe a ritornare - Moratti procede per la sua strada. Poco contano le mancate adesioni alla sperimentazione di alcune delle scuole prescelte, il rifiuto da parte di alcuni consigli di istituto di avviare progetti sperimentali ad anno scolastico già iniziato o la mancanza di risorse finanziarie. Per non parlare di quanti a Moratti hanno mandato a dire: noi la sperimentazione la facciamo già. E da tempo.

Certo, per Donna Letizia, è più difficile mandar giù i pesantissimi tagli di spesa - 242 milioni di euro in tre anni - previsti per la scuola dalla finanziaria. Tagli di spesa e di personale: il 40% dei fuori ruoli rischiano di essere rimandati a casa, 5.000 insegnanti rischiano la mobilitazione, ritorna l'ipotesi del maestro prevalente (caldeggiata, va detto, dalla stessa Moratti), si riduce a uno ogni 145 il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni portatori di Handicap mentre tra la scure di Tremonti non risparmia neanche il personale Ata. Bidelli, custodi e segretari il cui organico rischia una riduzione del 20%: solo per il 2003, si registreranno circa 3.000 posti di bidelli in meno.

Tutti elementi - questi - contenuti nel famigerato "articolo 12" sulla scuola: famigerato e criticato da Letizia Moratti poiché molti dei suoi punti non sarebbero stati concordati col ministero dell'istruzione. Non si tratta di indiscrezioni: "Non concordato con il Miur" è l'esplicita scritta che bolla i numerosi commi che accompagnano il testo. Ma da viale Trastevere, ieri, non arriva nessun commento. Agguerriti, invece, i sindacati: "Tra la riduzione degli insegnanti elementari, l'aumento degli alunni per classe e la minaccia di taglio sui non docenti - allerta Piero Bernocchi dei Cobas - siamo intorno ai 60-70mila posti a rischio". Anche la Cgil critica pesantemente il provvedimento: "Non ci sono interventi per lo sviluppo del Sud - afferma la segretaria confederale Marigia Maolucci - mentre ci sono tagli insettroi strategici come la scuola e la sanità".

Previsioni inquietanti che suggerirebbero di restare uniti e di rilanciare lo sciopero del 18 ottobre. Ma qui sale lo sconforto: della Cisl si sa solo che è impegnata in un campo scuola nei pressi di Catanzaro, la Uil apprezza le novità in materia fiscale ma su scuola e sanità si riserva di "capire meglio". Magari dopo il 14 ottobre, data scelta e riconfermata dalla Gilda per una manifestazione nazionale di protesta che - con raro tempismo - tenta di rompere il fronte sindacale. Imbarazzante, infine, il giudizio dello Snals per il quale questa sperimentazione ha almeno un pregio: quello di lasciare autonomia alle scuole. Scusate, ma la legge sull'autonomia non c'era già?


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