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Manifesto- Schiaffo alla scuola"

apertura "Schiaffo alla scuola" Rimini sbeffeggia in piazza la scelta del ministro dell'istruzione di chiudersi nel bunker privato di Muccioli con i suoi colleghi europei. Una grande assemblea e u...

04/10/2003
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il manifesto

apertura
"Schiaffo alla scuola"
Rimini sbeffeggia in piazza la scelta del ministro dell'istruzione di chiudersi nel bunker privato di Muccioli con i suoi colleghi europei. Una grande assemblea e un corteo per dire no a una politica di svilimento della scuola. Per paura delle contestazioni salta anche la cena di gala
LUCA FAZIO
INVIATO A RIMINI
E'Rimini la prima città "demorattizzata" d'Italia. Gli unici a dispiacersene, forse, sono gli organizzatori dei grandi eventi nella sala dell'Arengo, al palazzo comunale: perché è piuttosto salato il conto della cena "di gala" saltata a causa della defezione del ministro Moratti. Fanno 30mila euro di bocconcini, rimasti nel frigorifero del sindaco Ravaioli. "Paga la cena, Moratti paga la cena", canticchiava la testa del corteo che ieri sera ha attraversato la città poco prima di arrivare in piazza Cavour, una piazza "liberata" dal questore solo in seguito alla fuga del ministro che ha preferito la quiete blindata di San Patrignano piuttosto che rischiare la faccia. I primi a scendere in piazza, al mattino, sono stati gli studenti, poi al pomeriggio il Teatro degli Atti si è riempito per un'assemblea che ha saputo parlare di scuola volando alto, con una serie di interventi che hanno messo in connessione le tematiche legate all'istruzione e quelle apparentemente più distanti degli accordi Gats, gli accordi generali sul commercio e sui servizi che puntano anche alla privatizzazione dell'istruzione. E la pagliacciata di San Patrignano è l'esempio perfetto per spiegare di cosa si sta parlando: il nesso, in sala, l'hanno capito tutti, anche chi fino a qualche anno fa si è fatto abbagliare dalle luminose prospettive dell'autonomia scolastica e del finanziamento alle scuole private.

La sera invece, tutti insieme - cioè Cgil, con diverse delegazioni da tutta Italia, Rimini Social Forum, Verdi, Prc, Cobas, Cub e disobbedienti sparsi - hanno sfilato fin sotto al palazzo del banchetto saltato. Tutti promossi. E' stata una manifestazione "normale", nel senso che tutti si sono sentiti perfettamente a loro agio, un fatto che in prospettiva potrebbe anche sottrarre clientela a quei salvatori delle anime a pagamento che stanno lavorando nell'ombra per accaparrarsi i finanziamenti del ministro più generoso con il privato sociale. Niente tensioni, niente "drogati", nessun poliziotto travestito da bidello e solo un piccolo incidente di natura vegetale. Pomodori, in numero di quattro, contro la sede del Cepu, in corso D'Augusto, l'esamificio a pagamento dove "bravi si diventa".

Ieri, perfino la Cgil ha giocato con le parole con una certa irriverenza: "Moratti fatti! Non misfatti", praticamente un'istigazione a delinquere dalle parti di San Patrignano. I Cobas sono scesi in piazza con le tre "i" - istruzione, intercultura, integrazione - mentre nelle prime file disobbedienti c'erano orecchie d'asino per tutti, anche per chi ha preferito darsela a gambe (su striscioni come murales Moratti era dipinta come un asino e come una piovra, ogni tentacolo una forbice per la "pubblica d-istruzione").

Alla fine di una giornata così è facile tirare le somme. "Lo schiaffo della Moratti", come titolava un quotidiano locale, se l'è tirato in faccia da sola, contribuendo con la sua scelta arrogante a dare fiato alla prima giornata di protesta organizzata quest'anno dal mondo della scuola. Che ci si cominci a muovere da Rimini è un fatto insolito, che però non ha colto di sorpresa chi in queste settimane ha lavorato per rovinare la festa di casa Muccioli. "L'evento di San Patrignano - dice Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola - costituisce un vero e proprio salto in avanti della strategia di questo governo, è uno schiaffo alla scuola pubblica e agli insegnanti. Scegliere un luogo privato per discutere di dispersione scolastica e disagio rivela un piano sconcertante, dietro a quel convegno c'è un progetto economico preciso: la costituzione di 20 centri pomeridiani privati finanziati dallo stato per raggruppare ragazzi che vengono considerati in situazione di disagio. Significa colpire la dimensione solidale del paese, è il primo passo per costruire istituzioni chiuse cui affidare le situazioni problematiche".

Per il verde Mauro Bulgarelli però San Patrignano in questo caso è un luogo giusto: "Noi siamo qui in un luogo pubblico e loro sono chiusi laggiù, forse proprio perché è una comunità di recupero. Sono costretti a nascondersi in luoghi sempre più remoti". Alba Sasso (ds) si è autoinvitata a Rimini perché "la riunione a San Patrignano è uno dei più gravi atti di questo ministro, perché significa che per loro la dispersione scolastica è un problema da ghettizzare e da monetizzare, perché San Patrignano è una questione di business". Il weekend in riviera è quasi finito, questa mattina c'è giusto il tempo di guastare la colazione al ministro con un presidio sotto le finestre dell'albergo Des Bains di Riccione, zona viale Ceccarini, il viale che di notte si anima di "giovani" che si lasciano un po' andare. Tutti a Sampa?


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