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Manifesto: Salta il vertice sul contratto degli statali L'esecutivo diviso rinvia tutto a lunedì

«Motivi tecnici» Sarebbe mancato Guglielmo Epifani. La Cgil, «irritatissima», era pronta a discutere. Ma la convocazione non è mai partita

25/05/2007
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il manifesto

Salta il vertice sul contratto degli statali L'esecutivo diviso rinvia tutto a lunedì

Francesco Piccioni
Una giornata di ordinaria follia. La misura della «bambola» che paralizza un governo stretto tra le pretese di Montezemolo - accolte con più o meno entusiasmo da una parte consistente della maggioranza - e l'irritazione crescente di un sindacato che si sente sempre più spesso inserito nell'elenco dei «problemi», invece che nella squadra delle «risorse».
Al centro c'è ancora la vicenda del contratto degli statali. Per ieri sera era previsto un incontro di vertice a palazzo Chigi, con da una parte il premier Romano Prodi (accompagnato dal doberman dei conti, Tommaso Padoa Schioppa, e dal «sempre ottimista» ministro della funzione pubblica, Luigi Nicolais); dall'altra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (ma anche di RdB-Cub, Ugl e Confsal, titolari - secondo la legge Bassanini sulla rappresentanza - della titolarità a trattare), accompagnati dai segretari di categoria.
Fin da ieri mattina, però, «fonti della presidenza del consiglio» facevano filtrare la notizia che l'incontro sarebbe stato rinviato a lunedì 28. Motivazione ufficiale: non avrebbero potuto essere presenti tutti i «protagonisti indispensabili». L'unico che non sarebbe stato certamente presente era però Guglielmo Epifani, segretario generale del principale sindacato italiano, la Cgil. E non era un mistero per nessuno che «gli impegni sindacali internazionali» di Epifani comprendevano anche l'«irritazione» per una trattativa che si è complicata per i continui colpi sotto la cintura di un governo pasticcione e diviso. Prima con il tentativo di ridurre a 93 gli euro di aumento medio per gli statali (scuola, sanità ed enti locali compresi), poi con l'incredibile tentativo di «scambiare» l'aumento già pattuito di 101 euro con la triennalizzazione della scadenza economica del contratto. Cosa che, tra l'altro, comporterebbe una revisione generale del modello di contrattazione previsto fin dal luglio 1993.
Luigi Angeletti (Uil) e Raffaele Bonanni si dicevano più volte «pronti a incontrare Prodi in qualsiasi momento». Il presidente del consiglio assicurava lo stesso, da buon padrone di casa. Anche il segretario confederale con la delega per il pubblico impiego, Paolo Nerozzi, faceva ad un certo punto sapere che «se c'è la convocazione, la Cgil sarà presente all'incontro di questa (ieri, ndr) sera, a meno che non ci siano problemi verso la nostra delegazione». Idem riferiva il segretario generale della funzione pubblica, Carlo Podda. Tanto più che - ma era una precisazione quasi superflua - la Cgil ribadiva: «come sempre, naturalmente, chiunque parteciperà all'incontro rappresenterà a pieno titolo la Cgil». Il problema, secondo fonti di Corso Italia, era però che questa «convocazione formale» non era mai arrivata né alla confederazione, né alla categoria. E «non è che si può fare come tra fidanzati clandestini, che si danno gli appuntamenti per telefono».
Il governo insisteva nella «barzelletta» - definizione di Angeletti - per cui il rinvio era dovuto solo «a motivi tecnici». Va da sé che il quinto rinvio tecnico consecutivo abbia perso un bel po' di credibilità strada facendo. La ragione vera, per i sindacati, sono le «divisioni interne al governo sulle risorse». E sul grado di prosternazione ai piedi di Confindustria.
Tutto rinviato a lunedì, quindi. Il che è già un assurdo per conto suo. Nel pomeriggio di quella giornata la politica sarà alle prese con i risultati del primo turno delle elezioni amministrative (tant'è vero che non c'è mai stato un vertice per il contratto in una data simile). Non proprio il miglior clima per sciogliere i nodi al punto tale da bloccare lo sciopero - ormai in marcia, dal punto di vista organizzativo - del 1 giugno (e il 4 toccherà alla scuola). Se fossimo credenti diremmo: dio confonde coloro che vuol perdere.


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