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Manifesto-Ricercando lo status

Ricercando lo status Proposta una "carta dei diritti del ricercatore" La Rete nazionale dei ricercatori precari ha elaborato una "carta dei diritti e dei doveri" di chi lavora per la ricerca p...

24/02/2004
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il manifesto

Ricercando lo status
Proposta una "carta dei diritti del ricercatore"
La Rete nazionale dei ricercatori precari ha elaborato una "carta dei diritti e dei doveri" di chi lavora per la ricerca pubblica. Un primo passo verso una proposta complessiva elaborata "dal basso" sul futuro delle università e degli enti pubblici di ricerca. Il documento è ancora un work in progress e viene discusso sul sito www.ricercatoriprecari.org. 1) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di contribuire a determinare il progresso della conoscenza e di porre il sapere al servizio non solo della comunità scientifica, ma dell'intera società.

2) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di contribuire a scegliere i metodi di trasmissione del sapere con una riflessione libera, non dettata da tornaconto personale né asservita a interessi di singoli o di gruppi. L'autonomia del lavoro del ricercatore si esprime in primo luogo nella libertà di scelta degli ambiti di studio. L'insegnamento deve essere la più diretta espressione della qualità della ricerca.

3) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di difendere l'indipendenza e la libertà della comunità scientifica e del suo patrimonio di conoscenze quali strumenti essenziali per il progresso civile, culturale ed economico di una società democratica.

4) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di aderire al principio per cui i risultati della ricerca non possono essere piegati all'interesse dei privati né alienati con il ricorso a brevetti e a vincoli di pubblicità. La libertà è requisito indispensabile per la qualità della ricerca e per la sua capacità di innovazione. Il rapporto con finanziatori, privati o pubblici, deve essere sempre regolato da questo principio.

5) Il ricercatore ha il diritto di accedere ad una condizione di lavoro che garantisca pienamente la sua autonomia e libertà di ricerca nel tempo, e riconosca il suo contributo alla produzione dei saperi. La comunità scientifica ha il dovere di reclutare il corpo docente e di ricerca con selezioni comparative condotte con criteri concorsuali trasparenti e rigorosi.

6) La scelta di intraprendere il mestiere del ricercatore non deve essere condizionata dall'estrazione economica e sociale. Le strutture universitarie e di ricerca hanno l'obbligo di tutelare questo diritto formando alla ricerca, selezionando i nuovi ricercatori sulla base di criteri trasparenti, e ponendo i nuovi ricercatori nelle condizioni lavorative (riferite a contratto di lavoro e condizioni/mezzi di produzione) necessarie a sviluppare la qualità del loro lavoro.

7) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di accrescere con continuità e con l'impiego di tutte le proprie forze intellettuali le sue competenze, la sua produzione scientifica e il suo contributo didattico.

8) L'Unione europea e gli stati membri hanno il dovere di sostenere le strutture universitarie e di ricerca e la costruzione di un'Area europea della ricerca con investimenti discussi e pianificati in modo il più possibile aperto, per favorire la circolazione del corpo docente (in particolare delle giovani leve), e ridurre il dislivello delle opportunità si sviluppo del settore della ricerca fra i diversi paesi. La circolazione dei ricercatori deve essere il frutto di un progetto di scambio e di crescita, e non la scelta obbligata di singoli costretti ad abbandonare le sedi di provenienza e gli oggetti della propria ricerca per mancanza di risorse.

9) L'Unione europea e gli stati membri hanno l'obbligo di garantire pari risorse a tutti gli ambiti disciplinari, indipendentemente dal loro immediato valore economico e produttivo; e di sostenere con adeguati finanziamenti le discipline che appaiono meno in grado di attrarre gli investimenti dei privati.


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