Manifesto-Ricerca e università, cedimento strutturale
Ricerca e università, cedimento strutturale Rai e governo non hanno accolto bene l'irruzione pacifica sul palco di Telethon dei ricercatori precari, dipinti nei comunicati del giorno dopo come un c...
Ricerca e università, cedimento strutturale
Rai e governo non hanno accolto bene l'irruzione pacifica sul palco di Telethon dei ricercatori precari, dipinti nei comunicati del giorno dopo come un commando pronto a tutto che prende in ostaggio uno studio televisivo. In realtà, come hanno potuto vedere milioni di telespettatori, nemmeno Milly Carlucci si è opposta all'intervento a sorpresa. Altro che "irruzione" e "violenza", dunque. Al contrario, l'applauso del pubblico - forse l'unico spontaneo nelle 40 ore di diretta - ha sancito l'evidenza del problema: mentre Telethon racimola elemosine, il governo Berlusconi taglia i soldi "veri": diminuiscono i finanziamenti agli enti di ricerca (-5% l'anno prossimo), sono bloccate per legge le assunzioni e il lavoro di ricerca si fa sempre più precario, visto che si vuole sostituire il ricercatore universitario con lo "scienziato co.co.co.".
Il bello è che questo governo si riempie la bocca di ricerca e sviluppo, di scuola e formazione. Di impegno reale però nemmeno l'ombra: le università sono ormai alla bancarotta, nonostante le tasse d'iscrizione continuino ad aumentare. I 25 milioni di euro raccolti da Telethon, ad esempio, non basterebbero nemmeno a coprire la metà del buco di bilancio della sola Sapienza di Roma (60 milioni). Il cedimento strutturale degli atenei non attira certo gli studenti, e la riforma Berlinguer non sembra un successo.
Oggi, alla Sapienza ricercatori precari, studenti, organizzazioni sindacali e politiche presentano le iniziative contro la riforma della ricerca. In un autunno che ha visto in piazza forestali e bancari, le università e gli enti di ricerca hanno invece tenuto un profilo fin troppo discreto. Per affondare i progetti del governo, però, la mobilitazione è urgente, dato che questo governo non lo ferma certo l'opposizione in parlamento ma quella nelle piazze e nei luoghi di lavoro.
***www.ricercatoriprecari.org