MAnifesto: Resistere A BAGNOLI
LA SCUOLA MADONNA ASSUNTA, OASI D'ECCELLENZA IN DECADENZA
Fino a qualche anno fa era considerata una scuola d'avanguardia in un quartiere popolare. Niente grembiuli, niente cattedre e programmi innovativi. Oggi le aule sono devastate, nel cortile campeggia l'ascensore rotto e ovunque ci sono cartelli che mettono in guardia dai possibili pericoli
Adriana Pollice
NAPOLI
Nel cortile della scuola materna ed elementare Madonna Assunta di Bagnoli troneggia l'ascensore, un parallelepipedo vetro e ferro, unità di misura del rapporto tra impresa privata e committente pubblico. Inaugurato nel 2007, costato circa 95mila euro, sono bastati un paio di acquazzoni e l'aria di mare a renderlo inservibile: l'acqua piovana infiltrata ha mandato in tilt il pannello elettrico, con le porte impazzite che si aprivano e chiudevano da sole, mentre la salsedine ha corroso l'intelaiatura, che non era stata zincata. Così la cabina giace inerte al piano terra, i pannelli sembrano staccarsi da un momento all'altro, una cerata di plastica prova a evitare ulteriori danni, i bambini disabili vengono portati nelle classi a forza di braccia. Responsabile dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza della scuola la ditta Corleone di Quarto, in provincia di Napoli, un budget a disposizione di 600mila euro per lavori cominciati nel 2003 e terminati nel 2007, con il geometra del comune Antonio Dati a sottoscrivere che l'opera è stata svolta a regola d'arte.
All'ingresso si viene accolti da un minaccioso cartello giallo «Attenzione caduta materiali dall'alto», sono disseminati ovunque e non sembra una precauzione fuori luogo visto che, appena varcato il cancello, l'occhio viene calamitato da un buco nel soffitto, mattoni rossi traforati a vista sono il preludio della prima sala sulla destra. Un tempo era un piccolo teatro, oggi è un cumulo di macerie. «Saremo noi genitori a dover togliere la lana di vetro dalle pareti, il Rotary di Posillipo finanzierà gli altri lavori, centomila euro, bisogna rifare tutto d'accapo. Una volta sulle pareti c'erano i pannelli fonoassorbenti. Spariti. Non sappiamo se sono stati rimossi dal Comune o rubati, visto che non si trova né un verbale né una denuncia» racconta Costanza Boccardi, presidente del Consiglio di Circolo.
Il piano terra è dominato dal murales dai colori saturi: «Vaffan colors» si legge a caratteri cubitali, è il frutto dei laboratori Scuole aperte 2008, tenuti dagli studenti nel pomeriggio, le insegnanti non erano troppo convinte della scritta ma i ragazzi hanno rivendicato il loro diritto a esprimersi. Perché se la struttura sembra disastrata, la didattica e la creatività viaggiano a pieno ritmo.
L'edificio risale agli anni cinquanta, quando fungeva da convitto alla vicina chiesa. Poi negli anni settanta è diventata la scuola della prima infanzia per i figli degli operai, proprio di fronte al mare di Bagnoli, a due passi dall'Ilva. Accanto l'istituto per l'Industria e il Commercio, sul marciapiede opposto il Nautico. Una delle poche ad adottare da subito il tempo pieno, il quartiere era operaio e tutte le strutture si adeguavano alle esigenze della fabbrica. Poi, con il tempo, l'acciaieria ha chiuso e la platea si è allargata alla borghesia e ai figli dei professionisti provenienti da differenti zone della città, attratti dai metodi all'avanguardia. Niente grembiuli, niente cattedre, niente libri di testo per i circa 520 bambini del Madonna Assunta. Ogni classe ha una sua biblioteca a cui attingere i saperi. Leggere, scrivere e contare non sono un affare di stanghette che poi si contorcono in lettere da mettere in fila. Tabelline da imparare a memoria non ce ne sono. Si disegna un pensiero, a cui l'insegnante dà la forma di una frase che il bambino ricopia per intero, alle cifre si arriva per addizioni e sottrazioni perché la matematica, il linguaggio e la vita sono un intreccio di legami da decodificare.
Una mescola di esperienze, in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli, che porta le classi a lavorare insieme a progetti comuni: si comincia in prima con l'acqua e si prosegue lungo i quattro elementi, che in quinta si miscelano insieme in un'esperienza totale. In classe si sta poco, ci sono i laboratori, le uscite sul territorio due volte al mese e i campi scuola d'estate. Nessuno resta indietro, abili e disabili, figli di operai o di borghesi, l'accesso è per tutti. Fino all'anno scorso, il budget per il funzionamento dell'istituto era assicurato dal ministero attraverso una cifra fissa più due euro e cinquanta ad alunno, nel bilancio preventivo di quest'anno figura uno zero, se avanzeranno dei soldi il governo distribuirà le briciole, altrimenti per tutto quello che esula dagli stipendi ci dovranno pensare i genitori, che già hanno finanziato le uscite sul territorio e i campi scuola con centomila euro, «naturalmente - prosegue Costanza - la cifra copre anche le attività degli alunni le cui famiglie non possono contribuire. A questo si aggiungono cinque euro al mese a bambino per cose come la carta igienica e il sapone per le mani. Un po' di ossigeno dovrebbe arrivare con gli 80mila euro dei fondi europei Pon per la scuola».
Della Gelmini qui nessuno vuole sentire parlare, del resto nemmeno la riforma Moratti riuscì a fare breccia. «Per ora delle direttive del ministero dell'Istruzione non ne abbiamo applicata nemmeno una» racconta Annamaria, insegnante e ideatrice di gadget: «Questa è una calamita anti Gelmini ma voglio fare anche le spille. Le disegno e le faccio realizzare, poi tutti insieme le vendiamo e con il ricavato ci facciamo gli striscioni quando scendiamo in piazza a protestare, insegnanti e genitori». Al primo quadrimestre i voti non si sono visti, «è un sistema arcaico che non serve a spiegare la complessità di un giudizio, anche se a fine anno dovremo adeguarci. Il modulo a 40 ore con la compresenza di due insegnanti ti permette di sviluppare un progetto pedagogico continuamente soggetto a verifica, confrontandoti con i colleghi, con il mondo esterno. Al maestro unico non resta che rimanere chiuso in classe con gli alunni, solo, senza confrontarsi con nessuno» prosegue Annamaria mentre sulle pareti del corridoio si fronteggiano uno studio su Van Gogh e uno su Andy Warhol. Se dovranno cedere sui voti, sul tempo pieno per ora sembrano aver vinto la battaglia, «Giuseppe Cosentino, capo gabinetto del ministro Gelmini, ci ha assicurato che al Madonna Assunta non verrà tolto», ma si tratta di tollerare un'eccezione: il tempo pieno rimarrà nel 25% delle scuole, dislocate al 90% al nord, evidentemente al sud le madri dovranno tornare a casa a badare ai figli, come i 42mila insegnanti in esubero.
Resistere, quindi, anche quando la controsoffittatura del piano terra mostra un vistoso buco: «La ditta Corleone - racconta Costanza - non ha messo tutti i pannelli, come si vede dal tubo della fecale in bella mostra, perché scorre dai bagni del piano soprastante e così è più facile l'accesso al guasto quando bisogna mettere una toppa». Insomma, si tratterebbe di una gentilezza da parte loro, niente di cui lamentarsi. Carina anche l'idea di chiudere le terrazze per ricavare aule, solo che la scuola non è climatizzata, risultato: gelo d'inverno e caldo torrido d'estate, restano quasi sempre inutilizzate. L'ampio corridoio del secondo piano, poi, veniva usato per le attività laboratoriali, poi l'impresa ha chiuso l'ultimo spicchio, togliendo la luce naturale allo spazio. Un sacrificio necessario per ottenere un piccolo archivio con tanto di porta blindata per bloccare un eventuale incendio, peccato non aver pensato a mette in sicurezza anche le finestre che danno sull'aula accanto. Strano anche che le porte si aprano dalla parte sbagliata, gli stipiti si stacchino dalle pareti, per ora si tengono insieme con le staffe messe dai bidelli, o che bagni nuovi di zecca perdano. Strano che un documento dell'Asl Napoli 1 del 24 marzo 1995 attesti l'assenza di fibre di amianto nell'istituto quando la Corleone ha chiesto una variante in corso d'opera per la sua rimozione. Variante che, insieme ad altre di minore entità, ha fatto salire i costi di circa 118 mila euro, a fronte dei previsti 480.
Che i lavori non procedessero bene è apparso chiaro fin dal 2003, quando vennero contestate le aule ricavate dalle terrazze, in cui sarebbero dovuti andare gli alunni della materna. Da allora sono seguite diverse perizie tecniche chieste da differenti presidi che attestavano l'inadeguatezza dei lavori, inviate agli organi competenti. L'ultima, del 2007, commissionata dalla preside Marcella Raucci, snocciola una lunga serie di «non conforme»: dai pavimenti alle porte, pareti, bagni, scale, finestre, impianto elettrico...inviata agli organi competenti ma questa volta anche alla Procura della Repubblica. «Risultato - racconta Costanza - sono arrivati i vigili del fuoco e hanno dichiarato l'edificio non agibile». Così i bambini, per alleggerire il carico ai piani superiori in caso di fuga, a turno scendono nelle aule al piano terra, sotto l'occhio vigile del tubo della fecale. Delle tredici aule che il Tecnico Industriale avrebbe dovuto dare al Madonna Assunta, in base a un impegno preso nel 2006 da Comune e Provincia, se ne sono viste solo quattro, il tetto poi non si può riparare perché è di competenza della Provincia e a giugno si vota...«Se non create problemi nessuno vi darà fastidio, ci hanno detto - conclude Costanza -. Ma è una questione di dignità e civiltà, un enorme spreco di risorse pubbliche in un settore deprivato di tutto. E qui non siamo abituati a tacere».