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Manifesto: Questo è solo l'inizio Perché l'Onda primaria continuerà

Se la retromarcia del Governo rappresenta un primo successo per l'ampio movimento di protesta di genitori e docenti, almeno sul piano mediatico, i provvedimenti gravissimi attuati da questo governo restano inalterati

14/12/2008
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il manifesto

Giuseppe Caliceti
L'annuncio che il maestro unico alle elementari sarà attivato solo su richiesta delle famiglie e che la riforma delle scuole superiori slitterà al prossimo anno scolastico non arresterà la protesta dell'Onda primaria. D'altra parte uno dei suoi slogan più diffusi era proprio: Questo è solo l'inizio. Se la retromarcia del Governo rappresenta un primo successo per l'ampio movimento di protesta di genitori e docenti - almeno sul piano mediatico, che oggi sembra sempre più corrispondere, anche per Veltroni, a quello politico - i provvedimenti gravissimi attuati da questo governo restano inalterati: un taglio indiscriminato al personale e ai fondi della scuola pubblica italiana, già tra le più sofferenti, dal punto di vista economico, tra i cosiddetti Paesi più industrializzati. I provvedimenti annunciati l'altro ieri da Gelmini erano già previsti per l'impossibilità di attuarli in tempo utile: l'enfasi che si è data loro il giorno prima dello sciopero generale aveva un chiaro intento strategico che non ha funzionato come detonatore. E fa amaramente sorridere, Veltroni, quando va a un incasso senza che, dal punto di vista economico, il Governo abbia ceduto un solo euro: l'incasso della Cei rispetto a quello di Veltroni, allora, cos'è? Fortunatamente l'Onda primaria conosce fin troppo bene il gioco delle tre carte messo in atto da questo vergognoso governo. Dopo il taglio economico alla scuola pubblica compiuto dal ministro Tremonti, la povera Gelmini è il triste burattino - improvvisato e incompetente - dato in pasto ai media. Ogni giorno, con la sua aria di Mariastella Pentita, la vediamo e la ascoltiamo mentre inventa fantasiose giustificazioni ai tagli. E' il dilettantesco Centravanti di Distrazione del Governo sulla questione Scuola e Università. Un disastro. Gelmini può parlare di grembiulini o di compresenze, di maestro unico o di YouTube , di morti o di voti. Non è questo che conta. Non è quello che dice. Gelmini può fare annunci epocali e poi rimangiarseli il giorno dopo. Fa tutto parte del gioco, della stucchevole recita finto democratica che questo governo mette in scena da mesi. Probabilmente non sa neppure lei, cosa sta dicendo. Ripete solo, a comando. L'importante è tentare disperatamente di distrarre l'opinione pubblica di fronte al delitto compiuto: il taglio assassino di fondi e personale alla scuola pubblica italiana, mai così profondo e doloroso. Un taglio inflitto sulla pelle dei più piccoli, dei più giovani. Un atto violento, unilaterale, indifendibile. Quello che oggi magari appare ancor più chiaro, rispetto a qualche giorno fa, è l'assoluta pressapochezza, il dilettantismo, l'estrema pericolosità con cui si muove il Governo in carica rispetto a temi così delicati e importanti, per l'oggi e per il domani, come sono la formazione e l'educazione delle giovani generazioni. Siamo infatti nella piena ignoranza. Il governo non sente neppure il bisogno di cercare di difendere il sabotaggio della scuola pubblica con uno straccio di teorie pedagogiche. Si illude di poter sbattere davanti al video una pallida e sfocata Gelmini, - una Gelmini qualsiasi, - per raccontarla un po' ai docenti e ai genitori italiani, agli studenti delle scuole superiori e agli universitari. E' un Governo che non ha nessun pudore. Vive alla giornata. Sopravvive. Dopo aver programmati il taglio di fondi e docenti alla scuola, non sa più cosa fare. Non gli interessa neppure cosa ne sarà adesso della scuola e di chi la frequenta. Ha tagliato, questo era l'unico compito per cui era nato, il suo compito è finito. E' un governo incapace di intendere e anche di volere. La scuola pubblica può anche andare in malora. Non è cosa che gli riguarda. La cosa pubblica non gli riguarda. Ma Gelmini e Berlusconi pensa veramente che la scuola pubblica italiana sia fatta solo da imbecilli? Ma a chi pensano di raccontarla con le ultime esternazioni di maniera? Il maestro unico era già facoltativo - e sarà già un piccolo sondaggio negativo per Gelmini vedere da quante poche famiglie sarà scelto il prossimo anno; ma poi, ancora oggi, sappiamo come sarà attuato? No? Chissenefrega! Quel che conta è l'abolizione sistematica, a fini esclusivamente economici, delle ore di compresenza: quelle che davano la possibilità di fare gruppi momentanei di alunni per livello e lavorare dunque sul loro recupero e rafforzamento delle acquisizione. Renderà la scuola più classista e selettiva? Chissenefrega! I tagli ai fondi e al posto di lavoro restano gravissimi. Inalterati. Per questo l'Onda primaria continuerà la sua battaglia. Una battaglia civile. Una battaglia di libertà e di uguaglianza. Sì, anche di uguaglianza. Per esempio, perché Gelmini e Tremonti non hanno trattato in questo modo anche la Cei e le scuole private cattoliche italiane? Cioè con una retromarcia solo «a parole», invece che ripristinando «in pratica» i fondi che avevano intenzione di tagliare anche lì? In Italia in tanti oggi straparlano di parità tra scuola pubblica e scuola privata. Ebbene, i docenti, gli studenti, i genitori degli studenti delle scuole pubbliche italiane, questa volta, vogliono, paradossalmente, «la parità». Sì, vogliono essere trattati da questo governo - come minimo - come sono stati trattati i lavoratori e i promotori e gli sponsor della scuola privata. Vogliono che i fondi tolti alla scuola pubblica siano - almeno - ripristinati. Ma ancora non basta. Vogliono che i fondi per l'istruzione in Italia siano aumentati, non tagliati. E' così difficile da capire? Ritiro dei tagli. E, per piacere, a casa i Ministri fantoccio. La scuola è una cosa seria.


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