Manifesto-Pubblico impiego: sarà autunno caldo

CONTRATTI
Pubblico impiego: sarà autunno caldo
Gli stipendi dei dipendenti pubblici avrebbero corso negli ultimi quattro anni più dell'inflazione. Secondo i calcoli dell'Istat, dal 2000 al 2003 i prezzi hanno registrato un aumento dell'8,1% cui si contrappone una crescita a due cifre, del 12,3%, delle retribuzioni lorde dei lavoratori delle amministrazioni. Gli stipendi sono aumentati infatti in media di circa 3 mila euro, salendo in quattro anni da 25.392 a 28.520 euro. Dati contestati dai sindacati, che annunciano un autunno caldo proprio sul rinnovo dei contratti. La Cgil, che definisce "inaccettabili" i dati dell'Istat, chiede di prevedere risorse "adeguate" in Finanziaria e un incontro con il governo già ai primi di settembre: "Gli ultimi contratti - spiega Gian Paolo Patta - sono stati rinnovati sulla base dell'accordo del 23 luglio e non si è andati oltre l'inflazione programmata. Anzi, rivendichiamo un 2,2% di differenziale tra programmata e reale riferito all'ultimo biennio. Inoltre - conclude - chiediamo che non si tenga conto dell'1,6% nel 2005 previsto nel Dpef, ma dell'inflazione reale". Analoghe proteste, e minacce di un "autunno caldo", vengono dalla Cisl e dalla Uil. Il ministro della Funzione Pubblica Mazzella, sostiene ovviamente i dati Istat, e anzi minaccia di "cambiare la legge sulla contrattazione del pubblico impiego se i sindacati perseguiranno nell'ottica degli scontri". Gli risponde Pezzotta (Cisl): "Quella legge non si tocca, e il governo rinnovi i contratti o sarà di nuovo mobilitazione".