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Manifesto-Pubblici, la protesta non finisce

CONTRATTO Pubblici, la protesta non finisce Un altro sciopero generale all'inizio del prossimo anno E a dicembre catena umana contro lo smantellamento del settore GIANNI DEL VECCHIO ROMA L'ond...

02/12/2004
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il manifesto

CONTRATTO
Pubblici, la protesta non finisce
Un altro sciopero generale all'inizio del prossimo anno E a dicembre catena umana contro lo smantellamento del settore
GIANNI DEL VECCHIO
ROMA
L'onda di protesta dello sciopero generale non si è esaurita nella giornata di martedì. A prolungare le istanze di lotta contro governo e finanziaria (ma non solo) sono i sindacati del pubblico impiego che hanno annunciato un nuovo sciopero di categoria, con una grande manifestazione a Roma, per il prossimo anno. Un'astensione in risposta "all'attacco senza precedenti sferrato al lavoro pubblico" da parte dell'esecutivo in carica. La protesta però non si esaurirà solamente con lo sciopero. Le federazioni di categoria di Cgil-Cisl-Uil infatti hanno studiato altre forme di mobilitazione per tenere alte le rivendicazioni dei propri iscritti. Un calendario molto fitto, con un crescendo di appuntamenti che vedranno il coinvolgimento attivo dei dipendenti pubblici. A cominciare dal 10 dicembre, quando i rappresentanti degli eletti nelle Rsu di tutta Italia formeranno una lunga catena umana a Roma, che da piazza Venezia arriverà fino a palazzo Chigi. Una iniziativa che verrà poi ripetuta nel mese di gennaio nei comuni capoluogo per sollecitare sindaci e presidenti di regione a prese di posizione ed impegni utili a favore dei dipendenti. Contemporaneamente, in tutti i posti di lavoro si terranno assemblee e verranno attivate tutta una serie di iniziative utili per sensibilizzare e spiegare ai cittadini, utenti dei servizi, le ragioni della protesta dei lavoratori. A titolo esemplificativo, saranno messi a disposizione degli utenti dei moduli prestampati da sottoscrivere, contenenti un appello al governo in difesa del pubblico impiego; sarà organizzata una serie di brevi astensioni dal lavoro; nelle assemblee poi verranno coinvolti anche i cittadini. La lotta potrà infine prendere altre forme decisamente più simboliche: ad esempio, i medici potranno apporre ai propri camici spille o distintivi di protesta.

Il calendario di queste varie forme di mobilitazione è stato stilato ieri al termine dell'incontro tra i segretari nazionali del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil e i segretari regionali di tutta Italia. Iniziative che si concluderanno nello sciopero generale, la cui data verrà decisa nella riunione dei consigli generali e dei delegati delle tre sigle sindacali, prevista a gennaio. Il motivo della protesta riguarda sì il mancato rinnovo del contratto (congelato ormai da un anno) ma non solo. I sindacati infatti tengono a sottolineare come sia tutto il sistema del pubblico impiego a essere sotto rischio smantellamento, a causa del blocco del turn over e dei limiti di budget previsti dalla finanziaria (quest'ultimi infatti potrebbero portare al mancato rinnovo di diversi contratti a tempo determinato e quindi provocare un'ondata di disoccupati per il prossimo anno).

Preoccupazioni queste ribadite da Carlo Podda, segretario generale della funzione pubblica della Cgil. "E' in atto, da parte del governo, il tentativo di disintegrare il pubblico impiego. Con il blocco del turn over verrà sostituito solo un dipendente su cinque di quelli andati in pensione; e abbiamo calcolato che nei prossimi tre anni vi sarà una riduzione d'organico di circa 400 mila unità. Una riduzione che coinvolgerà quindi tutto il settore pubblico e non solo gli statali, come spesso erroneamente riportato. Quindi meno personale non solo per lo Stato ma anche per settori sensibili come sanità e scuola". Il risultato di questi tagli non potrà poiche penalizzare i cittadini/utenti. "E' inevitabile - continua Podda - che con una riduzione di forza lavoro i servizi non saranno gli stessi di prima. Si aprono tre prospettive: o se ne diminuisce la qualità o si riducono o si privatizzano. E in quest'ultimo caso i cittadini saranno costretti a pagare ciò che prima era garantito dagli enti pubblici". L'ultima battuta il segretario della Cgil la riserva per la questione del rinnovo contrattuale: "Non siamo stati convocati da parte dell'esecutivo. Siamo nella condizione in cui dobbiamo addirittura conquistarci il tavolo negoziale. E tutte le cifre riguardanti l'adeguamento per il biennio in corso le abbiamo finora apprese in via indiretta, dalla stampa prima e dagli emendamenti alla finanziaria poi".


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