Manifesto-Protesta a tempo pieno
Protesta a tempo pieno Oggi sciopero nazionale della scuola. In piazza contro la riforma genitori e insegnanti IAIA VANTAGGIATO Un benvenuto entusiastico, allegro e liberatorio al mondo della scuol...
Protesta a tempo pieno
Oggi sciopero nazionale della scuola. In piazza contro la riforma genitori e insegnanti
IAIA VANTAGGIATO
Un benvenuto entusiastico, allegro e liberatorio al mondo della scuola. Un mondo fatto da studenti, genitori, insegnanti, tecnici e amministrativi. Molto prima che da ministri, esperti riformisti e politici sprovveduti. Oggi, si concluderà in grande - ne siamo certi - la settimana di mobilitazione contro la riforma Moratti e in difesa del tempo pieno e prolungato. Una settimana ricca di sit-in, assemblee, iniziative, occupazioni, lanci di palloncini e financo blocchi stradali.
Una settimana che ha visto il risveglio della società civile, quella che le kermesse morattiane stile "Stati generali" avevano ingenuamente creduto di poter trarre in inganno con qualche trucco da avanspettacolo.
Si concluderà (apparentemente e solo per il momento) così: con una manifestazione di protesta nata dal basso, dall'autorganizzazione di coordinamenti e comitati (trainanti quelli di Bologna), dallo sdegno con cui genitori e insegnanti hanno accolto l'ultima provocazione del ministero dell'istruzione: l'abolizione del tempo pieno e la sua sostituzione con il vecchio doposcuola. Per non parlare del tutor che - smentiscono indignati dal ministero dell'istruzione - non ha niente a che fare con l'ormai vetusto maestro unico. Avete capito male - dicono - noi vogliamo solo "valorizzare la funzione tutoriale del team dei docenti". Noi avremo capito male, ma voi non vi siete espressi bene.
Al corteo romano - appuntamento a piazza Esedra alle ore 14,00 - hanno aderito anche i sindacati confederali, i Cobas, i partiti dell'opposizione e numerose associazioni tra cui l'Arci e Legambiente.
Nonché "le tante mamme che lavorano" e a cui donna Letizia fa di continuo appello cercando subdolamente di farsi strada nei loro cuori. Senza capire, evidentemente, che la via è un'altra: quella della ragione, non quella del cuore.
Lo sa Letizia Moratti che "le tante mamme che lavorano" non fanno necessariamente né le manager di successo né le ministre dell'istruzione? e che spesso - e molto più prosaicamente - si limitano a svolgere lavori per così dire normali? lavori che le impegnano fino a pomeriggio inoltrato e che non consentono loro di dedicarsi ventiquattrore su ventiquattro alla cura-assistenza dei figli? e lo sa Moratti che ormai persino i padri hanno preso a occuparsi dei propri? Letizia Moratti, infine, non può non sapere che le scuole dove maggiore è la possibilità di garantire il tempo pieno sono quelle frequentate dalle classi più agiate che, pagando tasse più alte, riescono ad assicurare maggiore copertura finanziaria agli istituti frequentati dai propri figli.
Sono molte le cose che Moratti deve ancora imparare ed è francamente irritante il suo continuo appello alle "mamme". Lo ha fatto nella "letterina" di due giorni fa e l'ha rifatto ieri dichiarandosi dispiaciuta per quelle "strumentalizzazioni che danneggiano famiglie e bambini e che compromettono inutilmente la serenità di tanti genitori".
Ma ciò che più di ogni altra cosa Moratti sembra non aver capito è il significato del tempo pieno se è vero che continua a ripetere che "i decreti sono sempre gli stessi e prevedono il mantenimento della quantità oraria massima, del tempo pieno per le elementari e del tempo prolungato per le medie". Chi vuole guadagnarsi il paradiso e spiegare alla contabile di viale Trastevere la differenza tra quantità e qualità? Impresa difficile, vista la caparbietà con cui snocciola computi di ore: 3 di qua e 6 di là, un po' alle elementari e un po' alle medie, 27+10+3. Naturalmente la mensa non si tocca e con tanto d'assistenza - garantisce lei - dei docenti. Il tutto, va da sè, sarà gratuito. Dov'è la fregatura? Non c'è, anzi: "C'è una tale chiarezza nel provvedimento..." cinguettava ieri da palazzo Chigi Letizia Moratti. Sarà che "le tante mamme che lavorano" non hanno avuto il tempo di leggerlo.
A sostegno del tempo pieno si schierano anche i comuni e le parole di Aldo Bacchiocchi, membro della direzione nazionale dell'Anci, varrebbero bene uno striscione: "La scuola è la sede per contrastare le differenze sociali, non un servizio a domanda individuale".