Manifesto: «Prodi deve andare avanti»
Le preoccupazioni espresse dai sindacati e dall'arcipelago pacifista Epifani: «Abbiamo bisogno di un governo stabile». E i no war apprezzano l'intervento di D'Alema
«Prodi deve andare avanti»
Le preoccupazioni espresse dai sindacati e dall'arcipelago pacifista Epifani: «Abbiamo bisogno di un governo stabile». E i no war apprezzano l'intervento di D'Alema
C. L.
Roma
Alla fine della giornata l'unico soddisfatto sembra essere il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi, per il quale «il governo si schianta su Vicenza, le basi militari e la guerra». Un'analisi di quanto accaduto ieri al Senato che però sembra convincere davvero solo lui. Ben altri, e ben più preoccupati, sono infatti i commenti che dal mondo sindacale e pacifista arrivano alle dimissioni di Prodi e ai possibili scenari politici che fin da oggi potrebbero aprirsi con l'avvio delle consultazioni al Quirinale.
Non appena infatti il vento di crisi comincia a correre tra palazzo Madama, palazzo Chigi e il Colle, si moltiplicano le dichiarazioni a sostegno dell'esecutivo. «Ho sentito Epifani e Angeletti, faremo un appello affinché il presidente della repubblica faccia di tutto perché si abbia un governo saldo», dice nel pomeriggio il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Poche ore e, a dimissioni ormai avvenute, a prendere la parola è direttamente Guglielmo Epifani. E i toni sono quelli di chi sa bene quali sono gli appuntamenti già segnati sull'agenda politica: «Siamo preoccupati», dice infatti il numero uno della Cgil parlando anche a nome di Cisl e Uil. «Posso solo augurarmi - prosegue - una rapida soluzione della crisi e un governo che possa riprendere il cammino, sennò tutto, dalle pensioni alla politica economica, dal Mezzogiorno alle liberalizzazioni, è destinato a saltare».
E' una preoccupazione, quella dei sindacati, ampiamente condivisa anche dal vasto arcipelago pacifista. «Il governo Prodi deve andare avanti, non c'è nessun motivo per trasformare il voto del senato in una crisi politica generale»», spiega infatti un documento congiunto dei movimenti pacifisti firmato da Arci, Associazione per la pace, Auser, Beati i costruttori di pace, Centro per la pace Forlì Cesena, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Consorzio italiano di solidarietà, Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, Forum ambientalista, Gruppo Abele, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Libera, Lunaria, Rete nuovo municipio, Tavola per la pace, Uisp, Un ponte per.... Un documento che arriva a pochi giorni dalla manifestazione di Vicenza contro l'allargamento della base americana, ma che nonostante questo è di appoggio all'intervento fatto ieri da D'Alema in Senato, un intervento in cui per i movimenti si evidenziano «gli elementi di discontinuità» che caratterizzano la nostra politica estera. «C'è una dose di irresponsabilità e di cinismo politico - dice il presidente dell'Arci Paolo Beni - nel comportamento di quei senatori che, facendo mancare il proprio voto positivo, hanno provocato la bocciatura della mozione dell'Unione».
Un'analisi, specie quella sulla politica estera del governo, che però non convince i Cobas. «Fin dall'inizio, e in spregio al movimento contro la guerra il governo Prodi si è caratterizzato per un bellicismo masochista», dice infatti Bernocchi. E il portavoce dei Cobas arriva addirittura ad attribuire alla manifestazione di Vicenza il merito della sconfitta di Prodi: «Serva di lezione - dice - per chiunque debba prendere decisioni di governo nelle prossime settimane».