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Manifesto: Prima la festa, poi la rottura

Dopo la manifestazione, i sindacati vanno a Palazzo Chigi per il rinnovo degli statali. Cisl e Uil firmano il «protocollo Brunetta», il sindacato di Epifani no. La Cgil prepara lo sciopero generale dei lavoratori pubblici, che potrebbe estendersi a tutti i settori

31/10/2008
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il manifesto

Sara Farolfi
Antonio Sciotto
I dipendenti pubblici, da quest'anno, non hanno più un contratto, ma un protocollo scritto dal ministro Brunetta e firmato in calce da una parte dei sindacati, peraltro minoritaria. Si è concluso così l'incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati del pubblico impiego - scuola compresa, peraltro a poche ore dalla bella manifestazione di Roma. Il protocollo Brunetta, che stanzia solo 70 euro lordi di aumento (poco più di 40 netti), è stato firmato solo da Cisl, Uil, Ugl e Confsal, e rigettato dalla Cgil: ma le sigle firmatarie non raggiungono il 51% necessario per poter firmare un contratto, e dunque non hanno potuto far altro che aderire all'erogazione unilaterale abbondantemente preannunciata dal ministro, senza di fatto ottenere un euro in più di quanto già offerto dal governo. Il segretario Cgil Guglielmo Epifani ha confermato gli scioperi regionali del 3,7 e 14 novembre prossimi - che a questo punto, però, sono revocati da Cisl e Uil (tranne la Uil Fpl) - mentre Carlo Podda (Fp Cgil), dal canto suo ha annunciato che la Cgil «prepara lo sciopero generale dei pubblici». Se consideriamo poi che oggi a Roma l'Assemblea dei delegati Fiom proclamerà lo sciopero dei metalmeccanici per dicembre, e che tante camere del lavoro hanno già proclamato scioperi generali (Torino, varie emiliane, Brescia) o invocano quello nazionale (Milano), si capisce bene che nella Cgil ci sono ormai forti pressioni per una mobilitazione generale nazionale di tutte le categorie.
Uniti in piazza
«Non scambiamo un piatto di lenticchie con la forza di questa unità», aveva chiesto poche ore prima il segretario generale Cgil dal palco di piazza del Popolo. Unità 'dal basso' si potrebbe dire, quella che ieri si è manifestata in una piazza «sbagliata» semplicemente perché troppo piccola per accoglierne la dirompente (e prevedibile) presenza. «Uniti per la scuola di tutti», lo striscione di apertura del corteo, e quindi anche «per la pace, la democrazia, la tolleranza, l'uguaglianza...», dice Epifani. Ma Bonanni non ci sta, in apertura e chiusura del suo intervento, scandisce chiare e tonde due frasi: «Ci unisce la scuola, siamo uniti per la scuola». Come dire: su tutto il resto, nisba. Molto più di un piatto di lenticchie, un solco abissale tra piazza e palco. E le premesse non erano delle migliori: con una trattativa durata fino a notte fonda (e condita, pare, da minacce di revoca dello stesso sciopero da parte della Cisl) per decidere quale dei segretari generali, e quando dovesse parlare dal palco. Mentre in tutto il paese, treni e pullman stracolmi erano già in viaggio per raggiungere Roma.
Divisi al tavolo
Tornando al tavolo del pomeriggio a Palazzo Chigi, Guglielmo Epifani ha fatto capire subito la contrarietà della Cgil: «Non c'è nessun motivo per cambiare idea sul protocollo - ha spiegato - L'aumento è inferiore all'inflazione reale e non c'è alcuna certezza sulla restituzione degli oneri accessori del maltolto. Inoltre, non ci sono novità sui precari». Al contrario, Cisl e Uil hanno firmato, in coerenza con quanto fatto già la settimana scorsa, quando Brunetta aveva presentato il testo e l'entità degli aumenti. Le due sigle hanno di conseguenza revocato gli scioperi di novembre (la Cisl li aveva già sospesi), ad eccezione della Uil Fpl (sanità ed enti locali), che invece sarà in piazza con la Cgil per gli stop regionali del 3,7 e 14 novembre. «Intanto facciamo gli scioperi regionali - ha spiegato Podda, Fp Cgil - ma stiamo preparando lo sciopero generale nazionale di tutti i lavoratori pubblici, con manifestazione a Roma nel mese di dicembre». Alla mobilitazione potrebbe decidere di aderire pure la scuola, anch'essa coinvolta nel rinnovo dei contratti, anche se la scelta della Flc Cgil potrebbe essere influenzata dal fatto che sulla questione Gelmini e in generale istruzione c'è ancora unità con Cisl e Uil. C'è da tener conto, tra l'altro, che il 14 novembre è previsto pure lo sciopero nazionale dell'università e ricerca, anch'esso, per ora, unitario.
Le altre parti in causa, firmatarie del protocollo, si sono «rammaricate» per l'assenza della Cgil («mi dispiace moltissimo», ha detto il segretario Cisl Raffaele Bonanni), ma nel contempo si sono rallegrate del «risultato». Brunetta, tra l'altro, aveva aperto l'incontro scusandosi ufficialmente con Epifani per la frase pronunciata in un'intervista («me ne frego della Cgil»). Ma non è bastato per convincere la Cgil a firmare.


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