Manifesto: Precari della scuola a corto di stipendi
La scuola pubblica italiana dichiara lo stato di crisi. E i supplenti, senza stipendio da mesi, lo sanno bene.
Chiara De Stefano
La scuola pubblica italiana dichiara lo stato di crisi. E i supplenti, senza stipendio da mesi, lo sanno bene. Che sia un'eredità del governo Berlusconi o una sgradita sorpresa della Finanziaria del 2007, la situazione è preoccupante. Se i più fortunati tra i docenti non vedono l'ombra di un euro solo da un paio di settimane, sono in migliaia, invece, i supplenti costretti a tirare la cinghia già da un bel po': si calcolano tra 15 e 20 mila quelli con uno stipendio arretrato da uno a tre mesi. E la cura dimagrante sta prosciugando in particolare il portafogli di coloro che hanno dalle scuole incarichi brevi e saltuari. Un problema che per il segretario della Uil scuola Massimo Di Menna ha due possibili cause: la mancanza di soldi dovuta ai tagli o la lenta macchina burocratica che fa accumulare ritardi.
Per il leader della Flc-Cgil, Enrico Panini, invece, non ci sono dubbi. Siamo davanti al «risultato perverso di cinque anni di taglio costante delle risorse delle scuole e delle risorse destinate al pagamento dei supplenti». Responsabilità, a suo avviso, del precedente governo, ma non solo. La «rivoluzione Fioroni» sui finanziamenti diretti (senza passaggi intermedi) ci avrebbe messo del suo. «Il ministero non ha finora aggiornato il programma degli stipendi in base alla finanziaria 2007 - spiega Panini - Ci hanno comunicato che l'aggiornamento è previsto per fine mese. Il che significa che gli stipendi di gennaio e febbraio arriveranno con molto ritardo». Una accusa dalla quale il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, si difende addossando ogni responsabilità ai suoi predecessori e garantendo di ripianare i debiti pregressi. Mossa azzardata, però, che arriva proprio insieme a una circolare ministeriale che parla di una riduzione dell'organico degli insegnanti, per il prossimo anno scolastico, di 14.179 posti. Provvedimento che consentirebbe di raggiungere l'obbiettivo fissato dalla nuova Finanziaria: innalzare dello 0,4% il rapporto alunni-docenti. Ma che fa anche assegnare a Fioroni, da parte del portavoce dei Cobas Piero Bernocchi, il primato nella classifica degli «ammazza-docenti», più della Moratti: «Anche l'ex-ministra aveva fatto dei tagli. Ma ciò che consegna a Fioroni la palma di Mani di Forbice è il fatto che il numero degli alunni il prossimo anno aumenterà di 28 mila unità e i pensionamenti, solo tra i docenti, saliranno addirittura a 50 mila, quasi il doppio dell'anno scorso. Una bella delusione per chi sperava che questo governo avrebbe fatto piangere i ricchi».