Manifesto: Poca attenzione all'arte Studenti contro Mussi
Da settimane sono in stato di agitazione, tra occupazioni e assemblee permanenti. Sono gli studenti dei conservatori e delle accademie italiane, i «precari dell'arte»
Stefano Milani
Roma
Da settimane sono in stato di agitazione, tra occupazioni e assemblee permanenti. Sono gli studenti dei conservatori e delle accademie italiane, i «precari dell'arte» come amano definirsi. Ieri si sono ritrovati in centocinquanta sotto il ministero dell'Università e della ricerca a Roma con striscioni, slogan e un po' di musica di sottofondo. Arrivati da varie parti d'Italia, dalle Accademie d'arte di Roma, Napoli, Carrara, Firenze e Reggio Calabria e dai Conservatori di Napoli (il primo ad essere occupato quasi un mese fa), Roma e Bari.
All'origine della protesta la carenza di fondi destinati all'Alta formazione artistica e musicale (Afam) e la richiesta di una valorizzazione dei titoli di studio, che pur essendo equipollenti a un titolo di laurea, non sono però considerati lauree a tutti gli effetti. «Protestiamo contro una legge di riforma del 1999 che non è mai stata resa ordinaria - dice Luigi Di Marco del collettivo di Belle Arti di Roma - il sistema dell'insegnamento 3+2 fa acqua da tutte le parti. Un sistema che non è applicabile alla formazione alta con cui dovrebbe essere riconosciuto questo tipo di insegnamento».
Non chiedono la luna: «Vogliamo un titolo di studio che ci consenta almeno di poter accedere ad un concorso pubblico, non siamo una sottomarca dell'istruzione». Volevano ribadirlo anche ieri al ministro Mussi, ma il massimo che hanno ottenuto è stato un incontro col direttore dell'Afam Bruno Civello. Venti minuti di «colloquio infruttuoso» dice sempre Di Marco, perché «le risposte che ci sono state date sono sempre quelle, le stesse che sentiamo da anni». Perciò la protesta andrà avanti ad oltranza. Sicuramente molti di loro passeranno vigilia e capodanno a brindare lungo i corridoi degli istituti artistici e lì ci rimarranno fino a quando «non ascolteranno le nostre ragioni, vogliamo un'assemblea allargata tra i rappresentanti di noi studenti e il ministero». Entro il prossimo 15 febbraio un nuovo incontro tra le parti.