Manifesto: Più lavagne, meno insegnanti
Show Berlusconi-Gelmini
Eleonora Martini
ROMA
La scuola del futuro sarà così: pochi maestri e grandi lavagne interattive multimediali (Lim). Fuori circa 200 mila insegnanti (compresi i precari), dentro la tecnologia Microsoft. Un computer collegato a un mega schermo dotato di pen-drive con cui giocare e, perché no, imparare. Ma anche «pagelle on line, registro digitale, rilevazione delle assenze e delle presenze tramite comunicazione via cellulare o email, accesso in rete al fascicolo elettronico dello studente, anagrafe scolastica nazionale digitalizzata e connessione in rete delle scuole». «Da oggi diamo il via alla scuola digitale in Italia. Una cosa importante, non un gesto simbolico ma l'inizio di un cambiamento». Silvio Berlusconi scende in sostegno della ministra Mariastella Gelmini - in difficoltà nel farsi apprezzare dal mondo scolastico - e intrattiene i giornalisti convenuti nella sala stampa di Palazzo Chigi con lo spettacolo di presentazione del progetto di informatizzazione e «modernizzazione» della scuola. Come fosse da Bruno Vespa, ripropone e tenta di dare corpo dal suo vecchio progetto delle tre I (impresa, informatica, inglese), con tanto di proiezione dello spot che pubblicizza il nuovo mezzo pedagogico: «Un percorso di trasformazione dalla scuola di inserimento a quella dell'apprendimento». È il frutto di un «lavoro sinergico» tra il ministero dell'Istruzione e quello della funzione pubblica di Renato Brunetta che ha incluso il progetto nel «Piano industriale dell'innovazione» messo a punto con il Cnipa (centro nazionale informatica nella pubblica amministrazione). Venti milioni di euro stanziati entro il 2008 per comperare 10 mila lavagne interattive da distribuire, a partire dal mese di dicembre, in 1.180 scuole (il 10% degli istituti principali). Nel 2009 altri 10 milioni di euro, e a fine anno saranno 4.180 (il 40% dei principali istituti) le scuole tecnologizzate. Ma le novità non finiscono qui: «I tagli sui docenti sono una menzogna inventata dalla sinistra», che «assieme ai sindacati» ha rovinato la scuola. «Non c'è e non ci sarà alcuna cacciata - assicura il premier - gli 87 mila esuberi in tre anni saranno l'effetto dei pensionamenti e del blocco del turnover». Il governo «è dalla parte degli insegnanti», e per dimostrarlo sostituirà l'attuale «egualitarismo, che forse troverebbe cittadinanza in un'economia socialista non certo capitalista», con la meritocrazia. «Avremo meno insegnanti», ammette il leader del Pdl, «ma pagati meglio». «A partire dal 2012 ci saranno circa 2 miliardi di euro - annuncia Gelmini - per i docenti più meritevoli, per un premio annuo di circa 7 mila euro». «Il merito non dovrà più essere una qualità secondaria rispetto alla tessera sindacale», minaccia Berlusconi. Anche la riduzione dell'orario scolastico è una balla della sinistra: «grazie all'introduzione del maestro unico, così utile per le famiglie, sarà aumento del 50%». Le ore di lezione di inglese, poi, passeranno dalle 3 alle 5 settimanali e saranno stanziati fondi per esonerare i diplomati con 100 e lode dallle tasse nel primo anno di università. Riforme che, secondo il premier, stanno facendo aumentare il loro consenso. Ma che per convertire in legge dello stato hanno bisogno del voto di fiducia. Berlusconi conferma.